Il peso degli amministratori locali, la necessità di
accelerare la ricostruzione e la pianificazione territoriale. Sono i principali temi toccati martedì 26 novembre scorso in Aula da Salvatore Deidda (FdI) durante la votazione degli emendamenti alla legge di conversione del decreto sisma. Il deputato di Fratelli d'Italia è intervenuto più volte durante il dibattito in Assemblea per esprimere il proprio punto di vista sulle proposte emendative dei suoi colleghi di partito. La prima proposta rispetto al quale ha chiesto di poter parlare è stata la 1. 11. di Paolo Trancassini, respinta poi dalla Camera, sulla proroga dei contratti a tempo determinato nei territori colpiti dal sisma, in deroga al decreto dignità, che limita la rinnovabilità dei contratti anche ai tecnici degli uffici speciali per la ricostruzione dei comuni. Deidda, dopo aver sottoscritto l'emendamento, ha però ribadito la necessità di accantonarlo "per uno sforzo di riflessione". A suo giudizio, infatti, è necessario ascoltare gli appelli degli amministratori locali e delle varie associazioni di categoria, affinché i contratti per coloro che stanno lavorando alla ricostruzione siano prorogati. Altro tema trattato in Aula è stato quello dei poteri attribuiti al commissario per la ricostruzione, affrontato nell'emendamento 1.22 sempre di Trancassini. In particolare, è stata sottolineata la disparità di competenze attribuite al commissario per il sisma del terremoto del 2016, Piero Farabollini, e quelle riservate al commissario per Genova, di molto superiori. Sull'emendamento, poi bocciato, Deidda ha ribadito la necessità di dare priorità a un ampliamento dei poteri del commissario per la ricostruzione, "perché non si capisce se esistono drammi di serie A o drammi di serie B, e, soprattutto, se non ci si vergogna a guardare quelle immagini delle zone terremotate con ancora le macerie". Come ha sottolineato il deputato di Fratelli d'Italia, l'emendamento in questione non è oneroso, né polemico, né demagogico, ma è un appello che arriva dagli amministratori locali e dalle associazioni di categoria. Un concetto ribadito anche durante la dichiarazione di voto sull'emendamento 2.46 di Francesco Acquaroli che propone di non vincolare la ricostruzione degli edifici scolastici lì dove sorgevano prima del sisma, come è invece previsto ora. Gli amministratori locali raccolgono le istanze di una comunità che non vuole che i propri figli tornino in un luogo ritenuto estremamente insicuro. Deidda ha quindi ha sottolineato l'importanza di dare voce alle istanze degli amministratori locali, derubricando la contrarietà del governo alla modifica sul tema a cieca chiusura non supportata da validi motivi.
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