Una sottile rete di dimensioni microscopiche, che come quelle da pesca, circonda i tumori del cervello, adattandosi alla sua massa e rilasciando farmaci: è il dispositivo, chiamato MicroMESH, che si è dimostrato efficace nel trattamento del glioblastoma multiforme.

Descritto sulla rivista Nature Nanotechnology, è stato messo a punto fra Italia e Stati Uniti, grazie alla ricerca coordinata dall'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, con il gruppo di Paolo Decuzzi, e condotta in collaborazione con l'ospedale San Raffaele di Milano e il Children's Hospital dell'Università di Stanford.

Il glioblastoma multiforme è uno dei tumori cerebrali più aggressivi, con una sopravvivenza media di poco superiore ai 12 mesi e che solo nel 5% dei pazienti supera i 5 anni. MicroMesh può essere un'alternativa ai pochi trattamenti farmacologici utilizzati fino ad oggi. È una rete di dimensioni micrometriche fatta di materiali biodegradabili, fibre polimeriche molto flessibili, che vengono intrecciate per formare delle aperture regolari simili alle dimensioni delle cellule tumorali.

La struttura è costituita due compartimenti, che possono essere caricati di farmaci diversi, da rilasciare nella massa tumorale in modo indipendente, preciso e prolungato.

In questo modo diventa possibile combinare diverse terapie, come chemioterapia, nanomedicina e immunoterapia.

I ricercatori ora continueranno a sviluppare microMESH integrando diverse tipologie di farmaci e terapie per testarne l'efficacia anche su altri tipi di tumori, con l'obiettivo di arrivare in tempi brevi ad una prima fase di sperimentazione clinica, in modo da validarne l'utilizzo in ambito ospedaliero.

(Unioneonline/v.l.)
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