In Europa, negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali, "circa il 40% dei nuovi casi di tumore è potenzialmente evitabile e, per quanto riguarda l'Italia, fattori di rischio comportamentali e, quindi, modificabili, sono responsabili ogni anno di circa 65.000 decessi oncologici". Lo ha sottolineato Stefania Gori, presidente Fondazione AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), in occasione della presentazione del rapporto "I numeri del cancro in Italia 2020".

FUMO - In ambedue i sessi, rileva Gori, "il fumo è il fattore di rischio con maggiore impatto, a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui per cancro. Il fumo di tabacco, infatti, è associato all'insorgenza di circa un tumore su tre e a ben 17 tipi di cancro, oltre a quello del polmone".

In Italia, i dati PASSI "confermano il trend di riduzione del numero di tabagisti, ovunque nel Paese, sia fra gli uomini che fra le donne - osserva Maria Masocco, responsabile scientifico PASSI e PASSI d'Argento (Istituto Superiore di Sanità). "Ciononostante - prosegue Masocco - un cittadino su 4, fra 18 e 69 anni di età, ancora fuma, questa riduzione non interessa in egual misura i diversi gruppi di popolazione e resta comunque più frequente fra le persone con difficoltà economiche".

STILE DI VITA - Non solo. Il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute, il 32% è in sovrappeso (11% obeso) e ben il 35% è sedentario. L'abbandono del fumo e, più in generale, l'adozione di uno stile di vita sano riducono invece in maniera significativa la possibilità di ammalarsi di cancro ma anche di avere recidive, avendo già avuto una diagnosi di tumore. Eppure fra gli over 65 con diagnosi di tumore, prosegue Masocco, "l'11% ancora fuma, il 18% fa un consumo eccessivo di alcol, il 15% è obeso. Dunque ancora molto si può fare nella promozione di corretti stili di vita".

La stima al momento, è che per il 2020, nel nostro Paese i tumori "saranno la causa di morte di 183.200 persone (101.900 maschi e 81.300 femmine), un numero assoluto di poco superiore, per l'invecchiamento della popolazione, rispetto a quello del 2017.

Rispetto al quinquennio precedente, però - conclude Anna Sapino, presidente della Società Italiana di Anatomia Patologica (SIAPEC-IAP) - le proiezioni indicano andamenti in diminuzione in entrambi i sessi". (Unioneonline/v.l.)
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