Da tempo soffro di ernia inguinale ma per ora non ho mai preso in considerazione l'opzione dell'intervento chirurgico. Vorrei sapere se ci sono delle regole per evitare che l'ernia peggiori.

L'ernia inguinale è legata a un'alterazione della parete dell'addome. Si tratta quindi di un danno anatomico, non funzionale. E non si può semplicemente dire "ho un'ernia" per trovare una soluzione identica per tutti. C'è chi può convivere senza problemi con questa situazione, c'è chi invece può avere rischi di "intrappolamento" dei visceri all'interno dell'ernia stessa, con evidenti maggior rischi in termini di necessità di complicazioni e di ricorso ad interventi urgenti. Per questo il primo consiglio da dare al lettore è di fare riferimento al proprio medico di medicina generale per valutare lo stato dell'ernia e farsi indicare eventualmente un intervento chirurgico correttivo. Per il resto, ecco alcune semplici norme da tenere presenti.

Occorre sempre tenere sgombero l'addome da ogni tipo di pressione sia esterna che interna, non esagerare con l'alimentazione ed evitare gli esercizi ginnici che fanno lavorare particolarmente i muscoli addominali. Un nemico da combattere, qualora sia presente, è la stitichezza. Per questo, oltre e bere molto, conviene sempre mangiare fibre e alimenti come frutta e verdura che aiutano a regolarizzare l'attività intestinale. Controindicati sono ovviamente gli sforzi intensi, così come le attività fisiche che si praticano in piedi, come il calcio, la pallavolo, e la pallacanestro, lasciando invece spazio alle nuotate in piscina o al mare. Non va infine dimenticato che l'ernia inguinale può oggi essere trattata chirurgicamente con successo anche grazie a tecniche sempre meno invasive e più efficaci, che permettono di essere dimessi rapidamente dall'ospedale e consentono di limitare i rischi di complicazioni legate all'operazione. Quella che si applica è una metodologia che utilizza protesi autofissanti formate da poliestere e acido polilattico, che servono ad occludere la "porta erniaria" attraverso cui fuoriesce il viscere. Nello specifico, si tratta di una rete a maglia larga, leggera e semiriassorbibile, con microancore in acido polilattico riassorbibili nell'arco di poco più di un anno, che ci consentono di posizionarla sul muscolo senza toccare i nervi sensitivi responsabili del dolore cronico.

In sostanza, grazie a questa protesi possiamo realizzare un fissaggio spontaneo senza sutura, colla o altro, che evita al paziente il tipico dolore post intervento chirurgico. I pazienti vengono infatti preparati all'intervento effettuando in una sola mattina tutte le indagini preoperatorie e, di regola, dimessi poche ore dopo l'intervento chirurgico perfettamente in grado di camminare autonomamente. Il monitoraggio a un anno su oltre mille impianti eseguiti, ha mostrato zero casi di dolore cronico e recidive statisticamente irrilevanti.
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