Quante volte sentiamo dire che alcuni avvenimenti ci cambiano la vita dall'oggi al domani! Può bastare una semplice distorsione di una caviglia durante una passeggiata spensierata, o una frattura ossea da caduta accidentale, ma ben peggio una diagnosi riferita di malattia severa per sé o per i propri familiari, fino alla morte improvvisa e imprevedibile di uno di loro. Quanto più coinvolge una persona giovane, tanto più devasta e cambia il decorso dell'esistenza di tutti.

Ebbene in questo periodo, da un giorno all'altro, l'aggressione da parte del Coronavirus ha modificato la vita di ciascuno di noi, dalle più banali abitudini di "socialità" - dovendo rimanere rigorosamente e responsabilmente a casa - alla più severa necessità di cure mediche fino al supporto ventilatorio. Ma purtroppo anche fino all'exitus!

Anche lo stimato Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Varese ha dovuto arrendersi e la parola della conclusione della sua esistenza è stata scritta per lui da altri colleghi, immagino, con grande senso di impotenza e di amarezza. Ci ha lasciato troppo presto il dottor Roberto Stella, tante cose aveva ancora da proporci e da organizzare a favore di tutta la categoria, soprattutto in un momento come questo fatto di incertezze e di paure. Spingeva i giovani a non avere timore, infondeva coraggio a tutti, sottolineando nei suoi simposi l'importanza della formazione continua per un aggiornamento costante, nell'ambito di una professione da lui portata avanti fino all'ultimo, con estrema dedizione. Ora, in un'altra dimensione, continui a vigilare sulla sua grande famiglia ordinistica, affinché insieme si riesca a superare questo tragico momento.

LE EPIDEMIE - L'umanità da sempre è stata colpita da epidemie/pandemie e ha sempre dimostrato di "risorgere". Dagli anni della peste di manzoniana memoria o prima ancora di quella del XIV secolo, alla relativamente più recente "Spagnola" subito dopo la prima guerra mondiale - che peraltro nel 1920 portò via mia nonna paterna lasciando sei figli dalla più tenera età fino all'adolescenza - per giungere alla vicina SARS del 2003 o altre ancora. Come è noto dall’evoluzione di importanti malattie virali - vedi Polio - presidio terapeutico significativo in situazioni di aggressività è il vaccino, che ci auguriamo, in questo caso, venga messo a punto al più presto per combattere il nemico insidioso.

Se allunghiamo l'orizzonte di questi giorni, possiamo confermare che davvero da una settimana all'altra tutto è cambiato, come sopra ricordato. Domenica 8 marzo, festa della donna, mai stata in tono così minore per le restrizioni che venivano annunciate! Martedì 10 ulteriore aumento delle misure cautelari, fino alla definitiva chiusura di quasi tutto e il perentorio consiglio di rimanere in casa. Intanto siamo arrivati a domenica 15 marzo. Ad ogni Tg i numeri: aumento dei contagiati, aumento dei morti - con gli obitori poi saturi per cui le salme vengono accolte nelle chiese - lieve, appena sussurrato, aumento anche dei numeri dei guariti. Gli Ospedali sono al collasso e i colleghi su ogni testata televisiva cercano di inquadrare la situazione, mantenendo i nervi saldi.

LA SPERANZA - Ma ecco la speranza del popolo italiano non lascia spazio al negativo e si rimbocca le maniche in maniera encomiabile. Il mondo sanitario, spesso vituperato, maltrattato, biasimato e messo a caratteri cubitali in prima pagina - definendo ogni episodio malasanità, prima di un vero giudizio - ora sta dimostrando quello che veramente è ed è sempre stato, ma ben poco capito da chi pensa solo ad altri numeri: responsabile, generoso, attento, infaticabile, emotivamente provato di fronte a quei numerosi occhi imploranti aiuto. Occhi che potrebbero essere i nostri, quelli di parenti o conoscenti che lasciano questo mondo senza neppure un conforto affettivo!

È la settimana del crollo delle Borse, anche se poi risorgono in parte; la gente è smarrita, chiede, si informa; le TV impazzano con i loro messaggi che si sovrappongono. Attraverso i social giunge di tutto: da notizie false a inviti a recitare preghiere, rosari, accendere lumini nella notte, ancora disparati video di musica o con altri simpatici contenuti. I bambini dipingono arcobaleni colorati e attraverso i genitori inviano messaggi di positività augurando a tutti che "andrà tutto bene"!

LA FEDE - Un'invocazione particolarmente intensa, mercoledì 11 marzo, è stata quella dell’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che pare abbia percorso a piedi i numerosi gradini della scala interna al Duomo per accedere alla terrazza in prossimità della Madonnina, "Salus Infirmorum" e Protettrice di Milano. "O mia bela Madunina" è stato l'intercalare della preghiera accorata di Delpini che chiede conforto, pazienza, forza per affrontare la malattia; aiuto nella fatica, pace, delicatezza, sorriso, segni di sollecitudine nei momenti di sconsolata solitudine; sapienza nelle decisioni; che nessuno si senta abbandonato, che tutti manifestino perseveranza e costanza nel servire e nel pregare; chiede un abbraccio per tutti i figli tribolati e di preparare i nostri cuori alla gioia in quella città solitamente lieta, solidale, fiera, operosa.

LA PAURA - In un'intervista sempre di questa settimana, il Card. Gianfranco Ravasi pone l'accento sulla fragilità della creatura umana, che invece spesso crede di dominare tutto grazie alla tecnologia o ad altri supporti. Le malattie, i terremoti, le grandi o piccole catastrofi sottolineano il limite di noi esseri umani: Dio non ci libera da ciò, ma ci aiuta e ci sostiene sempre. Le sue parole in questo momento sono facilmente comprensibili, a mio giudizio, solo attraverso il supporto della Fede, che dobbiamo invocare come dono per noi poveri esseri umani che ci crediamo a volte giganti, immortali, onnipotenti, ma purtroppo appoggiamo su fragili piedi di argilla, come dimostrano i fatti attuali. È bastato un microscopico "re" con una corona invisibile e che avanza senza trovare ostacoli lungo il suo cammino, a far di noi dei birilli facilmente eliminabili, dopo una semplice caduta.

La cosa di cui invece bisogna aver paura - riferisce Ravasi - è la paura stessa. Ma purtroppo le notizie sono sempre più inquietanti e dominare la paura è molto difficile. Potremmo trasformarla in valida "consigliera" che quotidianamente ci sollecita all'obbedienza, a seguire i vari decaloghi, a mantenere il "distanziatore sociale" come principio base di questi giorni, in attesa di tempi migliori.

CRISI E OPPORTUNITA' - Sfruttiamo il periodo per fare ciò che abbiamo sempre messo da parte - per mancanza di tempo - oppure se giovani genitori, si reimpari a stare insieme ai propri figli in un altro modo: si possono sfogliare atlanti e con la fantasia immaginare viaggi; cercare tra le cose vecchie, foto, giochi di un tempo e provare a raccontare il passato. Inventare con i bambini, che hanno una creatività infinita, nuovi giochi di fantasia, per impegnare la loro mente ed evitare che il Coronavirus li terrorizzi. Parlare loro come di un “mostro” che non ci farà più del male perché noi tutti insieme siamo più bravi e forti di lui. I bambini rimangono sempre affascinati dai mostri, amano la lotta con cui si sentono di emulare i grandi: coinvolgiamoli in questo distraendoli da notizie televisive o da cellulari a volte più intossicanti del virus stesso.

Fare di necessità virtù è il messaggio per qualunque età in questo periodo, così che la paura nella sua accezione negativa si trasformi in "timore" ovvero rispetto per sé e per gli altri.

In fondo dovremmo imparare dai cinesi stessi che la parola crisi - weiji - per loro ha un doppio significato. La prima parte - wei - significa rischio, la seconda parte - ji - opportunità.

Anna Maria Bottelli, Medico e Pediatra
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