"Strutture residenziali, assistenza domiciliare, lungodegenze del territorio e servizi di riabilitazione che funzionino in maniera adeguata: da qui è importante partire se si vuole che l'ospedale dia delle risposte efficaci, sia per l'emergenza sia per le attività programmate, e una migliore accoglienza ai pazienti ricoverati. Uno spaccato che abbiamo rappresentato di recente al nuovo commissario Ats, con il quale abbiamo condiviso un programma di lavoro".

È la presa di posizione dell'azienda ospedaliero-universitaria di Sassari dopo le dichiarazioni dei sindacati su temporanee situazioni di sovraffollamento in alcuni reparti del Santissima Annunziata.

"Quella segnalata - afferma il direttore generale Nicolò Orrù - è una situazione sulla quale già da tempo abbiamo concentrato la nostra attenzione. Questo perché non è giusto, in particolar modo per i pazienti, che stiano in ospedale oltre il tempo necessario alla risoluzione dei problemi in acuzie e che sostino nei reparti di degenza in attesa di soluzioni che, talvolta, prevedono tempi d'attesa di 90 giorni per l'accesso a strutture residenziali. Parliamo di pazienti con Sla, con problematiche da lungodegenza, da assistenza domiciliare o da assistenza di minore intensità, che oggi trovano difficoltà a una collocazione adeguata a livello assistenziale sul territorio".

"Una situazione che deriva dal fatto - precisa il manager - che le strutture territoriali non sono adeguate, dal punto di vista dell'offerta, a soddisfare la domanda. Un esempio eloquente è il fatto che molti pazienti si spengono in ospedale perché nel Sassarese manca un hospice. L'ospedale non si sottrae certo al suo compito di assistenza e cura ma non può essere sottoposto a un carico eccessivo".

(Unioneonline/v.l.)
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