L'allarme arriva dal Canada, dove il caso di un uomo di 84 anni, finito in ospedale con la pressione alle stelle per aver consumato tè alla liquirizia, sta facendo discutere.

Una storia che ha spinto gli specialisti a prendere carta e penna e descriverla come un caso di studio, pubblicato sulla rivista "Cmaj" (Canadian Medical Association Journal), per mettere in guardia i colleghi - e non solo loro - sull'effetto collaterale osservato.

L'uomo in questione era infatti solito sorseggiare quotidianamente un tè alla liquirizia: una tisana alle erbe apparentemente innocua, ma che in realtà può portare in taluni soggetti a conseguenze gravi e importanti.

L'84enne è infatti arrivato in ospedale accusando mal di testa, dolore toracico, affaticamento e ritenzione di liquidi nei polpacci, come spiegano gli autori del resoconto. Dopo il ricovero in ospedale e il trattamento, ha poi raccontato ai medici di aver bevuto ogni giorno, nelle 2 settimane precedenti, 1-2 bicchieri di un estratto di radice di liquirizia fatto in casa, una bevanda chiamata "erk sous".

Il tè alla liquirizia, spiegano gli esperti, è popolare in Medio Oriente e in alcune zone d'Europa. Nello specifico l'erk sous è particolarmente consumato in Egitto durante il Ramadan.

"I camici bianchi dovrebbero prendere in considerazione lo screening per l'assunzione di radici di

liquirizia in pazienti con ipertensione difficile da controllare", avverte Jean-Pierre Falet, del Dipartimento di neurologia della McGill University a Montréal (Quebec). "Quantità eccessive di alcuni prodotti a base di erbe possono avere effetti collaterali dannosi. Nel dettaglio, i prodotti con estratto di radice di liquirizia possono aumentare la pressione sanguigna, causare ritenzione idrica e diminuire i livelli di potassio se consumati in eccesso".

(Unioneonline/v.l.)
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