Sono circa 10mila i nuovi casi di tumore (5.200 uomini e 4.800 donne) stimati in Sardegna nel 2018, trecento in più rispetto al 2017.

Le 5 neoplasie più frequenti nell'Isola sono quelle del colon-retto (1.450 nuove diagnosi nel 2018), mammella (1.350), polmone (1.050), prostata (800) e vescica (750). La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è inferiore rispetto alla media nazionale: 60% fra le donne (63% Italia) e 49% fra gli uomini (54% Italia).

I dati sono raccolti nel volume "I numeri del cancro in Italia 2018", realizzato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dall'Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), da Fondazione AIOM e PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), e presentato oggi a Cagliari all'assessorato alla Sanità.

"Ogni giorno nel nostro territorio vengono diagnosticati circa 27 nuovi casi – afferma Maria Giuseppina Sarobba, coordinatore AIOM Sardegna e Direttore Oncologia dell’Ospedale San Francesco di Nuoro -. Quello che veniva un tempo considerato un male incurabile è divenuto in moltissimi casi una patologia da cui si può guarire o con cui si può convivere a lungo con una buona qualità di vita. Oggi abbiamo a disposizione armi efficaci per combattere il cancro, come l'immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare che si aggiungono a chemioterapia, chirurgia e radioterapia. Tutto questo, unito alle campagne di prevenzione promosse con forza anche da AIOM, si traduce nel costante incremento di cittadini vivi dopo la diagnosi".

LE CRITICITA' - Fra i fattori che determinano in Sardegna percentuali di sopravvivenza inferiori rispetto alla media nazionale la scarsa adesione ai programmi di screening: solo il 34,6% dei cittadini ha eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci per individuare in fase precoce il cancro del colon-retto (37,4% Italia) e il 52,6% delle donne ha effettuato la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno nell’ambito di programmi organizzati (53,8% Italia). È invece migliore rispetto alla media nazionale il numero di donne fra 25 e 64 anni che nell'Isola si sono sottoposte allo screening per la diagnosi precoce del cancro della cervice uterina (Pap-test o Hpv test) all'interno di programmi organizzati, pari al 57% (45,3% Italia). Fra le buone notizie il fatto che le percentuali di adesione a tutti i programmi sono in crescita nell'Isola: nel periodo 2013-2016, solo il 33,6% dei sardi aveva eseguito il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, il 52,2% delle donne aveva eseguito la mammografia e il 55,6% lo screening cervicale.

"Nella Regione – spiega Daniele Farci, oncologo all'Ospedale Businco di Cagliari e membro del Consiglio Direttivo nazionale AIOM – sono 76mila le persone vive dopo la diagnosi. È dimostrato che gli screening contribuiscono a ridurre la mortalità. Ma, in Sardegna, la prevenzione secondaria è stata affidata per molto tempo all’iniziativa personale. Oggi la situazione è migliorata, come dimostra l’incremento dei tassi di adesione e i tre programmi di screening attualmente attivi e diffusi in tutte le aree socio sanitarie che costituiscono l’ATS Sardegna. Altra peculiarità della Regione è il fenomeno della migrazione sanitaria passiva, dovuto soprattutto alle lunghe liste d'attesa".

REGISTRO TUMORI - Il monitoraggio dei dati epidemiologici è fondamentale per impostare programmi di politica sanitaria. Nel complesso 41 milioni di italiani, pari a circa il 70% della popolazione residente totale, vivono in aree dove è presente un Registro Tumori di popolazione. La Sardegna (con la legge regionale n. 21 del 7 novembre 2012) ha istituito formalmente undici registri di patologia, fra cui il Registro tumori. Attualmente sono operativi due Registri Tumori di popolazione su base locale, a Sassari e Nuoro, entrambi accreditati, a livello nazionale (AIRTUM) e internazionale (IARC), obiettivo che dovrà essere raggiunto anche dal Registro Tumori della Sardegna meridionale, di recente istituzione, competente per le ASSL di Cagliari, Carbonia e Sanluri.

ATTENZIONE ALLO STILE DI VITA - Nonostante la Regione sia da tempo impegnata nella lotta alla sedentarietà e al fumo di sigaretta e nella promozione e prescrizione dell’attività fisica (Delibera n. 53/50 del 2009), ancora pochi sardi seguono stili di vita sani: il 24,9% è sedentario, il 27,8% è in sovrappeso (e il 10,5% obeso), il 26,7% fuma. Ed è superiore alla media nazionale (17%), la percentuale dei cittadini che assumono alcol in quantità a rischio per la salute (21,3%).

RETI REGIONALI - Oltre ai Registri tumori, un altro strumento fondamentale per una lotta al cancro a 360 gradi, che va dalla prevenzione primaria alla riabilitazione, è rappresentato dalle reti oncologiche regionali: consentono a tutti i pazienti di accedere alle cure migliori in modo uniforme sul territorio, con risparmi consistenti per il servizio sanitario nazionale. Ma oggi in Italia sono attive solo in sei Regioni. È del 30 gennaio 2018 la Deliberazione che ha istituito la Rete Oncologica della Sardegna. Il modello da utilizzare è quello del "Comprehensive Cancer care Network", nel quale è prevista un'autorità centrale di coordinamento che include tutte le strutture già presenti sul territorio a vario titolo competenti per prevenzione, cura e riabilitazione e coordina in modo efficiente il loro ambito di competenza. Questo modello ha il valore aggiunto di coniugare qualità e prossimità delle cure, perché si basa sulla valorizzazione e specializzazione di tutte le strutture presenti sul territorio, integrandole in percorsi al servizio dei pazienti e dei familiari. La Sardegna si caratterizza per l'ampiezza territoriale e la conseguente disseminazione della popolazione in luoghi impervi e non facili da raggiungere. Per superare questi ostacoli, sono previsti diversi punti di accesso alla Rete diffusi sul territorio.

I DATI - In Sardegna, nel 2015 (ISTAT, ultimo anno disponibile), sono state 4.773 le morti attribuibili a tumore (2.729 uomini e 2.044 donne). Nell’isola, la neoplasia che ha fatto registrare il maggior numero di decessi è quella del polmone (883), seguita da colon-retto (578), mammella (394), prostata (203) e stomaco (192).

(Unioneonline/v.l.)
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