Secondo i dati più recenti, le persone affette da malattie allergiche croniche in Italia superano il 10% della popolazione.

E fra gli aspetti da tenere sotto controllo la familiarità, fra i principali fattori alla base di quella che viene considerata come una eccessiva risposta del sistema immunitario al contatto con una sostanza esterna considerata dannosa, rappresentata ad esempio da polvere, o ancora pollini o cibo ingerito.

"Se un bambino ha la mamma allergica - spiega la dottoressa Francesca Puggioni, pneumologa in Humanitas - ha il 60% di probabilità di diventare allergico a sua volta; se l'allergico è il papà, la probabilità è del 40%. Laddove siano allergici entrambi i genitori, è quasi certo che anche il bambino svilupperà allergia. Occorre sottolineare che si eredita la predisposizione a sviluppare allergie, ma è possibile che i figli abbiano sensibilizzazioni completamente diverse da quelle dei genitori".

Sotto la lente d'ingrandimento in tema di reazioni allergiche più preoccupanti per gli effetti causati, quelle ai cibi.

E da considerare con particolare attenzione frutta e verdura, che secondo l'esperta "condividono particolari proteine dall'elevato potere allergenico. In questo caso, fra le reattività crociate più frequenti c'è quella tra mela, nocciola e polline di betulla. Le combinazioni però sono infinite, per cui è necessario confrontarsi con un allergologo".

Ma come difendersi dalle allergie alimentari? Sicuramente non tramite vaccino, perché al momento "non è disponibile alcun trattamento immunoterapico specifico in caso di allergia alimentare. In caso di allergia crociata con i pollini però, lo specialista valuterà la possibilità di sottoporre il paziente ad 'AIT allergen immunotherapy', un trattamento che prevede la somministrazione di quantità crescenti dell’allergene inalante con preparati standardizzati".

Attenzione, poi, ai grandi cambiamenti cui è sottoposto il sistema immunitario nei primi 25 anni di vita, che "possono comportare anche variazioni nelle risposte agli allergeni. Un cambiamento che può caratterizzare anche periodi di variazione ormonale, come la gravidanza o la menopausa".

Fra i miti da sfatare il fatto che l'uso regolare di probiotici possa prevenire le allergie.

"Non sono disponibili al momento evidenze scientifiche – spiega Francesca Puggioni - che dimostrino l'effetto protettivo dei probiotici. Alcuni studi hanno però suggerito come tali tipologie di integratori svolgano un'azione sinergica con l'AIT o con il trattamento farmacologico, altri studi hanno mostrato risultati incoraggianti se vengono assunti durante la gravidanza per diminuire nel nascituro il rischio di sviluppare asma bronchiale".

(Unioneonline/v.l.)
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