È vero: arrivano nei locali già carichi. Birra e vino. Non tutti ma molti: il 40 per cento. E di questi il 14 per cento ha già assunto sostanze stupefacenti. Come non bastasse, il 29 per cento di giovani ubriachi e storditi dalle droghe si mette pure alla guida.

Lo studio riguarda la movida romana ma i suoi numeri sono applicabili a tutte le città, Cagliari inclusa. Il questore Pierluigi D'Angelo conferma: "Si danno appuntamento attraverso i social, le zone di ritrovo sono il Poetto, il porto e Sant'Eulalia. Arrivano con le macchine piene di bottiglie. Ragazzi e ragazze. Moltissimi minorenni".

In occasione di Halloween le ambulanze hanno soccorso al Poetto una ventina di quindicenni sulla soglia del coma etilico.

"Quella notte abbiamo effettuato insieme al 118 cinque interventi, quattro coinvolgevano minori. Molti ragazzi li abbiamo accompagnati in ospedale, l'unico adulto - ubriaco - danneggiava le macchine in sosta anche in presenza degli agenti".

La movida è diventata sinonimo di sballo, stordimento.

"Per alcuni ma non per tutti. Non è neppure un problema specifico di Cagliari, altrove esiste da anni con virulenza superiore".

C'è un problema di ordine pubblico.

"Due o tre volte al mese dalla mezzanotte in poi facciamo con la Stradale servizi mirati fuori dai locali con unità specializzate a bordo delle quali c'è un medico della Polizia. Lo scopo è in primo luogo dissuasivo, tanto è vero che i ragazzi si avvicinano per verificare se sono in grado di guidare".

C'è un controllo nei locali per evitare che vendano alcolici ai minorenni?

"Facciamo numerosi servizi di controllo su tutti i fronti - licenze, orari, vendita alcolici - senza tralasciare i distributori automatici che oltre l'orario consentito o senza documenti che dimostrino la maggiore età non erogano alcolici: in linea di massima si tratta di violazioni punite con sanzioni amministrative, seppur cospicue".

Mai trovato un barista che vende alcol a un minorenne?

"In quel caso il codice penale prevede una sanzione".

Che tipo di sanzioni avete erogato?

"Fino al 7 ottobre scorso abbiamo organizzato 13 giornate di controlli (senza considerare il periodo estivo, al quale abbiamo riservato una gestione a parte) ed erogato sanzioni a 22 esercizi e circoli privati per ottantamila euro".

Sospensioni di licenze?

"No, perché serve la recidiva".

Dove si riforniscono di alcol i minorenni allora?

"Nei supermercati: fanno una colletta, alla cassa si presenta un diciottenne e compra bottiglie per gli amici".

Vista così è una battaglia persa in partenza.

"Il problema è da inquadrare in quelle che sono le dinamiche del gruppo. I ragazzi sono maggiormente portati a cercare qualcosa di trasgressivo. Da questo punto di vista l'alcol è un facile disinibitore e le logiche che governano il gruppo non consentono la dissociazione: chi non si adegua rischia di essere tagliato fuori, o in alcuni casi, diventare vittima di bullismo".

Ci sono casi in cui sono i genitori a chiamare la Polizia?

"Facciamo almeno quattro interventi al mese su richiesta dei genitori al 113 riguardo a minori che vengono riaffidati puntualmente a loro".

Ma una volta riconsegnati ai genitori che si può fare?

"Il fenomeno non può essere inquadrato esclusivamente come un problema di Polizia. È necessario un approccio più ampio, che vede lo sforzo corale della famiglia, della scuola, dei servizi alla persona. A noi competono sicuramente i controlli preventivi, che effettuiamo e intensificheremo, e la fase repressiva, ma a questo punto è già troppo tardi".

Il consumo di alcol è superiore alle droghe leggere?

"Noi non disponiamo di dati certi. Sicuramente l'alcol è più facile da reperire perché in libera vendita".

Nelle scuole si spaccia?

"Nel quadro dell'operazione Scuole Sicure abbiamo di recente trovato a scuola due studenti minorenni spacciatori. I servizi, anche non palesi, continueranno tutto l'anno. Il Dipartimento ha anche messo a disposizione dei ragazzi un'app, Youpol, che consente di fare segnalazioni anche anonime sullo spaccio di droga o su episodi di bullismo o di richiedere aiuto. Basta una foto per scegliere di stare nella legalità".

Ma i genitori che devono fare? Tenere i figli a casa?

"Questo no ma serve un maggior controllo sociale a iniziare dalla famiglia. Una maggiore attenzione nell'intercettare i piccoli segnali di disagio e non sottovalutare le indicazioni che pervengono dalle altre istituzioni educative sarebbe un buon inizio. Più volte l'Ufficio Minori della Questura è intervenuto su richiesta dei genitori attivando la rete sociale: nel 2018 abbiamo ricevuto 24 segnalazioni di disagio minorile e siamo sempre disponibili".

Maria Francesca Chiappe

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