L'allarme arriva dalla Francia e in particolare dal magazine 60 Millions de consommateurs, e riporta i risultati di analisi su una trentina di marche di tè vendute oltralpe, comprese quelle bio: le tracce di pesticidi riscontrate nelle bustine arrivano fino a 17.

Come sempre in questi casi, si tratta di una forbice ampia tra "buoni" e "cattivi" produttori, tra campioni nei quali i pesticidi sono pochi e appena misurabili e altri che superano i limiti consentiti dalla legge.

Tra le sostanze rilevate ci sono funghicidi, repellenti, metalli come arsenico, alluminio e mercurio e non sono esenti i prodotti biologici. Senza scatenare un allarmismo indiscriminato contro una delle bevande più diffuse nel mondo, la spiegazione più plausibile è che ai primi livelli della catena produttiva non siano eseguiti i corretti lavaggi delle foglie al momento della raccolta e della lavorazione, forse per non attenuarne il sapore. Vedremo se le analisi sui campioni distribuiti in Italia confermeranno o meno il dato francese.

(Redazione Online/b.m.)
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