"Sì, mi candido" alla segreteria del Partito democratico.

Dopo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il senatore Matteo Richetti, anche il deputato dem Francesco Boccia ha annunciato la sua "discesa in campo" in un'intervista al "Corriere della sera".

L'ex presidente della commissione Bilancio della Camera, tra i fedelissimi del governatore della Puglia Michele Emiliano e vicino alla parte più a sinistra del partito, ha lanciato la sua candidatura criticando le ultime mosse del Pd, che l'hanno portato alla disfatta elettorale dello scorso 4 marzo.

"Una gravissima responsabilità ce l'ha la nostra generazione. Pensavamo di spiegare a chi c'era prima come andava il mondo e invece abbiamo portato il Pd al 18%, la dissoluzione del centrosinistra".

Si è poi schierato contro la "rottamazione" voluta dall'ex segretario Matteo Renzi, che secondo lui avrebbe "fallito clamorosamente, è stato un disastro culturale e politico", ha detto.

Per il deputato dem ora occorre riavvicinarsi al cosiddetto "Paese reale": "Il Pd invece, con qualche selfie di troppo, è riuscito a passare per il partito che era vicino ai potenti, alle banche, agli industriali, alle grandi organizzazioni".

Come Emiliano, inoltre, ha sostenuto un approccio aperto al dialogo con il Movimento 5 Stelle: "Non è uno scandalo dialogare su alcune misure. Il Pd deve avere l'umiltà di dire 'tornate a casa' ai tanti elettori che si sentivano traditi e hanno votato per loro. Al Sud è stato un plebiscito. Ma adesso che i 5 Stelle al governo si sono messi nelle mani della destra di Salvini, la protezione e il futuro sono a rischio".

Ha infine rivendicato l'importanza delle primarie come strumento di democrazia per la scelta del nuovo leader del partito: "Io sono nato e cresciuto con le primarie, le ho fatte sette volte. Alcune sono andate molto bene, altre male. Ma il Pd è il partito delle primarie e vanno mantenute. Ovviamente funzionano quando la gente a votare ci va".

(Unioneonline/F)

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