Anche dall'Isola arrivano molti commenti alla situazione politica in cui ci troviamo, e in particolare c'è chi prende posizione a favore o contro le decisioni assunte dal presidente della Repubblica.

L'avvocato Pietro Muggianu Sotgiu, di Cagliari, invia alla nostra redazione una lettera aperta, "da comune cittadino", rivolta al Capo dello Stato Sergio Mattarella.

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Signor Presidente,

Le rinnovo la mia solidarietà, già espressa con una telefonata al Quirinale così come hanno fatto tanti altri cittadini, e mi permetto di soggiungere qui che tale nostra solidarietà si manifesta principalmente per la Sua azione nobilissima a difesa delle prerogative della Sua carica suprema e della Carta costituzionale e per l’infame, temeraria e pesante aggressione verbale ingiustamente subita a causa di tale azione, ma si estende altresì, per quanto mi riguarda, al Suo status politico e morale.

Lei ci insegna che la dignità e l’onore sono gli attributi essenziali della Sua carica suprema, come nelle monarchie della maestà reale e ricorderà certo l’espressione di Francesco I re di Francia contenuta in una sua lettera alla madre dopo la disfatta di Pavia: “Tutto è perduto fuorché l’onore”.

Orbene un politico, che già aveva indegnamente cercato di coinvolgerLa nella propria propaganda elettorale permettendosi di inviarLe via mail bislaccamente la lista dei ministri di un eventuale aleatorio governo alla cui guida lui stesso velleitariamente si proponeva, il 27 di questo mese di maggio si è permesso alla leggera di minacciare temerariamente la Sua messa in stato di accusa per alto tradimento o per attentato alla Costituzione, per avere Lei esercitato legittimamente i poteri di cui all’art 92 della Costituzione; ciò senza neppure aver letto – come è legittimo sospettare – l’art. 90 primo comma della Costituzione o comunque senza le opportune verifiche e riflessioni.

Siffatto personaggio 48 ore più tardi, ieri 29 di questo mese di maggio, per evidenti sue personali e volgari convenienze politiche ha dichiarato, come riferiscono i media: “Siamo ancora disponibili a collaborare con il presidente della Repubblica mantenendo una posizione coerente ma collaborativa per riuscire a risolvere questa crisi. Se i mercati hanno paura che l’Italia esca dall’euro è perché qualcuno ha fatto girare questa ipotesi ma la nostra volontà non è mai stata questa. Per quanto riguarda l’impeachment prendo atto che Salvini non lo vuole fare e ne risponderà lui come cuor di leone ma purtroppo non è più sul tavolo perché Salvini non lo vuole fare e ci vuole la maggioranza”. Non facendo ammenda di una accusa tanto grave e temeraria nei Suoi confronti, ma accampando un ridicolo pretesto per il suo ritiro, questo personaggio Le chiede ora di riaprire le trattative, come se niente fosse e dopo che Lei ha atteso pazientemente, senza risultato, per un’ottantina di giorni che i leaders (uno dei quali il personaggio in questione) dei partiti, che avevano ricevuto complessivamente oltre il 50% dei consensi elettorali – pur non essendo alleati ma anzi essendo reciprocamente avversari - trovassero un accordo impropriamente definito “contratto per il governo del cambiamento” che presenta dei profili di dubbia costituzionalità; ciò ben oltre i limiti della pazienza stessa.

Mattarella tra due fuochi
Mattarella tra due fuochi
Mattarella tra due fuochi

Questo personaggio ha il comportamento che si addice ad un ambulante in un mercatino di periferia e non già ad un soggetto che osa agire in ambito istituzionale, senza esserne capace. Lei ricorda meglio del sottoscritto il brocardo romano: “Licet mercatoribus sese invicem circumvenire”. Il personaggio in questione, usando i metodi dei “mercatores”, si azzarda a cercare di circuire il presidente della Repubblica, che –sono certo- non potrà che respingere doverosamente tale indecorosa avance, a tutela della dignità e dell’onore della sua carica suprema e della Repubblica.

Mi scusi se mi sono permesso di esprimere la mia opinione su una questione che sta a cuore a me come a qualsiasi buon cittadino.

Con i miei distinti ossequi

Pietro Muggianu Sotgiu - avvocato - Cagliari

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Un altro cittadino, Gian Paolo Porcu da Cagliari, esprime il proprio disappunto verso il rifiuto del presidente Mattarella verso la nomina del professor Paolo Savona a ministro dell'Economia.

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Rifiuto del Presidente della Repubblica MATTARELLA di nominare ministro dell’economia il prof. SAVONA, a costo di non consentire al Paese di munirsi di un governo chiaramente scelto dal popolo elettore.

Questo nostro è davvero un Paese pieno di risorse. Adesso abbiamo un coro di costituzionalisti emeriti (ma non Mortati!), che affermano a gran voce che il Presidente della Repubblica è l’unico custode dei non meglio identificati (i costituzionalisti finora sono stati molto vaghi), equilibri e valori costituzionali. E, quale custode, stabilisce chi può fare il ministro e chi no, e cosa il ministro farà e cosa no.

Mi domando che differenza ci sarebbe tra la figura costituzionale del Presidente della nostra Repubblica e Luigi XIV di buona memoria.

Io invece, condivido il parere di molti: l’art. 92 Costituzione regola chiaramente le nomine. Il Presidente della Repubblica ha il potere (enorme), di nominare il Presidente del Consiglio dei ministri. Il quale a sua volta compila l’elenco dei ministri che il Presidente della Repubblica, (che non è il Re Sole), ha l’obbligo di nominare. Ha l’obbligo, perché non è lui che governa e non è lui che fa politica.

Così come il Presidente della Repubblica ha l’obbligo (art.74), di promulgare le leggi, con bella e leggibile firma obbligatoria, quando sono state approvate dalle camere.

Cordialmente.

Gian Paolo Porcu - Cagliari

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Qui sotto invece - sempre dalla Sardegna - arriva una risposta ai sardi all'estero che "giudicano" da lontano la situazione politica italiana. È di Gianmario Miggiri, di Fratelli d'Italia.

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Volevo scrivere queste poche righe in risposta ai tanti Sardi siano essi residenti nell’isola o meno, che in data odierna sulla vostra testata giornalistica si lamentavano sull’inutilità del voto.

Sono Gianmario Muggiri dirigente di Fratelli D’Italia nella nostra amata isola, capisco condivido il vostro rammarico. Personalmente ritengo che sia il pensiero di molti italiani residenti in patria.Ritengo però che il non voto sia sempre sbagliato; forse l’obbiettivo di qualche “potere” è allontanarci dalla vita politica, stimolare sentimenti di rigetto verso la stessa e di conseguenza non partecipare, facendoci così subire passivamente gli eventi, lasciando a pochi elettori il nostro futuro.

Io dico no!!! E dobbiamo farlo tutti noi insieme. Ognuno di noi conosce una o più persone che afferma che non andrà a votare o addirittura non l’ha mai fatto, nulla di più sbagliato.

Oggi più che mai c’è in gioco il futuro e la democrazia del nostro paese.

Se analizziamo le ragioni capiamo anzitutto che la delusione è maturata negli anni ciò dovuto , a mio modo di vedere, anche a rappresentanti politici che non sono stati in grado di rappresentare il popolo, che non hanno corrisposto alle aspettative, che non hanno risposto alle domande – chiare – provenienti dagli elettori, che troppe volte sono stati trovati a farsi gli affari propri approfittando della loro posizione pubblica, che hanno cercato di mantenere tutto nel modo a loro più conveniente, anche dando l'impressione di voler cambiare molto a parole, ma nei fatti lasciando immutato lo status quo!Penso che la mia analisi sia condivisibile da tutti,

eppure, se tutto questo è vero, c’è una nuova politica, una nuova classe dirigente, giovane che sta facendo a spallate contro un sistema che ha fallito. Resta il fatto che è questo l’unico modo di cambiare il nostro futuro, in fondo, l’unica arma che abbiamo per cercare di cambiare le cose è proprio il voto. Io come tanti altri giovani siamo la prova che la politica possa essere parte integrante della nostra vita. Noi personalmente come Fratelli D’Italia con la nostra Presidente Giorgia Meloni abbiamo proposto il voto di preferenza anche per le politiche ( come avviene per le comunali e regionali), ritenendo giusto che gli elettori scelgano il proprio rappresentante.

Il mio appello è rivolto a tutti i giovani e non, che vogliano costruire il futuro, non demordere, partecipare alla vita politica non è perdita di tempo, ma solo un accrescimento personale che giova a tutto il paese, forgiare una nuova classe dirigente per il nostro paese.

Ci vuole un po' di impegno, ma ne vale la pena: quel voto condizionerà la nostra vita per i prossimi anni e per questo dobbiamo crederci.

In sostanza l'operazione che dobbiamo compiere è proprio l'opposto dell'astensione, perché, il voto è "l'arma del popolo sovrano".

Gianmario Muggiri
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