La politica italiana viene seguita non solo da chi si trova nel nostro Paese ma anche da chi, da più o meno tempo, l'ha lasciato. Tantissimi gli emigrati, anche sardi, che si aggiornano sulle recenti vicende e che si sono fatti un'idea di quanto accaduto e un'opinione sul prossimo futuro.

Come Giacomo Puntel, 41enne cagliaritano, direttore del settore Food&Beverage di uno degli hotel più lussuosi di Dubai: "È veramente molto deprimente - dice - vedere il nostro Paese in una situazione politica così problematica. Un'evidenza che in Italia i politici e gli italiani sono molto insicuri".

Sulla scelta di Mattarella di non accettare la lista di ministri proposta da Lega e Cinque Stelle: "Ha fatto la cosa giusta. Di Maio e il suo movimento hanno chiaramente sfoggiato molta insicurezza e dato garanzie agli italiani per avere voti, garanzie che non hanno mantenuto".

Giacomo Puntel: cagliaritano, 41 anni, vive negli Emirati Arabi
Giacomo Puntel: cagliaritano, 41 anni, vive negli Emirati Arabi
Giacomo Puntel: cagliaritano, 41 anni, vive negli Emirati Arabi

Anche dalla Catalogna, occhi puntati sulla situazione italiana.

"L’opinione pubblica catalana segue la politica italiana con attenzione - spiega il cagliaritano Stefano Puddu Crespellani - e percepisce la gravità di questa crisi, che non è solo politico-istituzionale, ma fortemente economica, per il peso del debito pubblico e la dipendenza dallo spread".

"Senza pronunciarsi sull’intervento di Mattarella, l‘opinione diffusa è che il Presidente si è mosso al limite delle sue attribuzioni, e forse oltre; la domanda è perché e, soprattutto, con quali possibili risultati. In particolare - aggiunge -, viene analizzato il legame doppio dell’Italia con l’Europa, in origine fondatrice, ma economicamente ostaggio; in questo, la posizione italiana fa parte dei cosiddetti PIGS, tra cui la Spagna. Di questi 'maialetti', l’Europa se n’è già mangiato uno, e visto il risultato si capisce che nessuno abbia molta voglia di fare il secondo".

"Il veto di Mattarella a Savona viene visto come una estrema difesa dell’euro, e una dimostrazione di fedeltà assoluta al progetto europeo. Certo, c’è anche la tentazione di arginare l’ondata populista e di destra che ha vinto con chiarezza le ultime elezioni. La domanda è se questo prezzo non sia troppo alto. Quando non si rispettano i risultati delle elezioni, la posta in gioco diventa la democrazia stessa. Ma allora, serve ancora votare? A cosa servono le elezioni se, quando i risultati non piacciono ai 'poteri forti', si trova sempre il modo per fare tutt’altro?", si chiede Puddu Crespellani.

Stefano Puddu Crespellani (foto di Alessandro Cani)
Stefano Puddu Crespellani (foto di Alessandro Cani)
Stefano Puddu Crespellani (foto di Alessandro Cani)

"Queste domande preoccupano molto i catalani perché anche loro subiscono qualcosa di simile. Quindi la domanda è se l’Europa sia la soluzione, oppure il problema. I catalani puntano sull’idea di una Europa dei popoli, quindi un progetto ben diverso dall’attuale Europa degli Stati, che è anche quella delle banche e dei poteri finanziari. È su questa base che verrà giudicata l’evoluzione della crisi".

Sul fronte della governabilità, "dall’estero si stenta a capire la logica del nuovo incarico. L’incaricato di formare il governo non godrà, presumibilmente, di maggioranza in Parlamento. Cadrà, quindi, alla prima fiducia. Non viene compresa la logica seguita dal Presidente. Il governo avrà solo la funzione di gestire nuove elezioni, o di cambiare la legge elettorale? In ogni caso, si prevede che Cinquestelle e Lega nord vinceranno con un margine più ampio. E con un alto prezzo da pagare in termini di conflittività sociale e di instabilità finanziaria e politica. E in Catalogna ci si chiede: ne sarà valsa la pena?".

La crisi viene monitorata anche dalla Turchia.

"Pizza, Pasta e Mafia. È quello che dicono di noi all’estero e purtroppo la parola Mafia dopo i fatti dell’ultimo periodo si può tradurre in... Politica", dice Giulio Secchi, 34 anni, originario di Uri, che vive nelle città di Izmir.

Giulio Secchi
Giulio Secchi
Giulio Secchi

"L’Italia - aggiunge - è una bella donna che non si prende cura di sé, che potrebbe conquistare il mondo ma non ha voglia di impegnarsi, di trovare soluzioni pratiche e di fare gruppo all’insegna di una vita migliore.Veniamo derisi, assoggettati a politiche europee e senza via di scampo".

"Dopo anni di grandi personaggi politici - prosegue Secchi - ci ritroviamo senza nessun uomo di spessore che sia in grado di prendere le redini del Bel Paese".

Di qui la constatazione: "L’Italia ha un potenziale estremo, occorre solo un po’ piu’ di nazionalismo che ci riporti sulla buona strada".

Dall'altra parte dell'oceano, per Paul Lostia presidente del circolo sardo di Melbourne, in Australia, "dopo un periodo di ragionevole stabilità, la situazione attuale non sorprende. Tuttavia, allo stesso tempo, c'è un senso di ottimismo in quanto, come in passato, nonostante quest'ultima situazione e i gravi problemi economici che la affliggono, è ancora la 'Bella Italia' e le cose andranno per il verso giusto". E, "una nota più leggera, per noi della comunità sarda, è più importante il fatto che il Cagliari non sia retrocesso in serie B! ".

(Unioneonline/s.s.)

DALLA SARDEGNA

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