È a Paolo Romani che fa riferimento, senza chiamarlo per nome, Luigi Di Maio quando, in un post sul blog dei 5 Stelle, ha detto "No presidenze a condannati o sotto processo".

È il caso infatti del nome di Forza Italia, in lizza per il seggio più alto di Palazzo Madama, che spetterebbe al centrodestra qualora il Movimento 5 Stelle la spuntasse su Palazzo Montecitorio, che potrebbe essere presto presieduto da Riccardo Fraccaro o Roberto Fico.

Ma Romani non piace al candidato premier dei 5 Stelle: "Noi con il 36% dei seggi alla Camera rivendichiamo il diritto ad esprimere la presidenza dell'Aula. In ogni caso da parte delle altre forze politiche considereremo inaccettabili le proposte di candidati, per qualsiasi carica istituzionale in ognuna delle due Camere, che siano condannati o sotto processo. Ne va della credibilità e dell'onorabilità delle istituzioni, un valore a cui non rinunceremo mai".

Su Romani pesa una condanna passata in giudicato per peculato, risalente ai tempi in cui era assessore all'Urbanistica del Comune di Monza: la figlia utilizzava il telefono fornito dal Comune e aveva anche speso più di quanto prevedesse il plafond.

E c'è anche chi vede nel muro di Di Maio un riferimento a Roberto Calderoli, nome della Lega, nel mirino per l'insulto che rivolse all'ex ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, quando la definì un orango. Salvato dal Parlamento, la vicenda processuale pare non essere ancora chiusa, perché è finita sul tavolo della Corte Costituzionale.

"Quello che ci interessa - ha spiegato il capo politico M5S sul blog delle Stelle - è dare persone di garanzia alla presidenza delle due Camere, dei due rami del Parlamento, ma soprattutto abolire i vitalizi".

Intanto da lunedì si aprirà anche un altro capitolo importante per i Cinquestelle, quello relativo al Documento di programmazione economica e finanziaria: anche il Def sarà un banco di prova utile per comprendere se ci sono margini per la composizione di una maggioranza numerica (non politica) che sostenga il prossimo governo.

Dai rumors interni al M5S si apprende che il testo non dovrebbe contenere misure choc ma neanche una continuità rispetto all'impostazione del governo Gentiloni.

(Unioneonline/D)

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