"La decisione di adottare il decreto di convocazione dei comizi elettorali in questo periodo festivo è quasi un golpe politico: aspettiamoci una valanga di ricorsi". Lo afferma il deputato di Sel, Michele Piras, all'indomani della firma, da parte del governatore Ugo Cappellacci, del provvedimento che fissa la data delle elezioni regionali al 16 febbraio 2014. "La nostra normativa elettorale, con i suoi adempimenti quasi bizantini - spiega il parlamentare sardo - costringerà soprattutto le forze politiche e i movimenti minori, che magari non hanno nessun consigliere regionale tra le proprie fila, a dover fare i salti mortali per raccogliere le firme e per autenticare tutte le sottoscrizioni da un notaio". "Basti pensare - sottolinea Piras - che entro quattro giorni dalla pubblicazione del decreto sul Buras occorrerà depositare alla Corte d'Appello di Cagliari i simboli dei partiti, per il cui utilizzo serve la delega del rappresentante legale che magari sta a Roma, a Milano o a Bari, come nel nostro caso. E trovare un posto in aereo ora è impossibile".

LA REPLICA - "Le elezioni democratiche per il rinnovo del Consiglio regionale e l'elezione del presidente della Regione non possono essere definite un golpe. L'on. Piras aggiorni il suo lessico, che sembra ancora legato ad una visione ideologica del secolo scorso". Così Alessandro Serra, portavoce del governatore Cappellacci, replica al deputato di Sel Michele Piras.
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