I manifesti e i camion vela, noleggiati dall'associazione cattolica Provita & Famiglia Onlus per la sua campagna antiabortista, destano polemiche anche in Sardegna.

A sollevare il caso è Paola Deiana, parlamentare del Movimento 5 Stelle, dopo l'avvistamento di un camion pubblicitario per le strade di Alghero, con l'immagine di una donna e la frase: "Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è la mia scelta. Stop aborto".

"Sono parole inammissibili - afferma Deiana - perché l'aborto è paragonato a un omicidio e le donne a delle assassine. Qui non stiamo parlando di libertà di pensiero, stiamo parlando di un messaggio deprecabile che lede la sensibilità di quelle donne che hanno affrontato la difficile scelta di un aborto".

"Prima del 1978 - sottolinea la deputata - abortire era illegale, lo si faceva clandestinamente, le donne rischiavano la propria vita, facevano lunghi viaggi, si affidavano a una mammana (e al suo ferro da maglia) o al cucchiaio d'oro, un medico che praticava illegalmente l'aborto. Molte non ce l'hanno fatta. Grazie alla Legge 22 maggio 1978, n. 194, le donne hanno oggi garantita la possibilità di abortire in totale sicurezza. Da quella grande conquista sono passati 43 anni e non è possibile che nel 2021 qualcuno pensi di poter tornare indietro".

Per la parlamentare algherese la campagna di comunicazione dell'associazione contiene "un messaggio violento" che non va in difesa della vita, ma ha il solo obiettivo "di colpevolizzare le donne".

Per questo Paola Deiana invita le amministrazioni dei Comuni coinvolti a esporsi e a prenderne le dovute distanze, così come hanno già fatto la prima cittadina di Dorgali e altri sindaci della Penisola.

(Unioneonline/l.f.)
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