Sarà Mariastella Gelmini, esponente di spicco di Forza Italia, a ricoprire il ruolo di interfaccia tra il nuovo governo di Mario Draghi e le Regioni.

Un incarico, quello di ministro per gli Affari regionali, "senza portafoglio", ma che si è rivelato alquanto delicato in questi mesi di pandemia, viste le ripetute divergenze tra le modalità di gestione dell'emergenza sanitaria tra il centro e la periferia del Paese.

Divergenze che sono apparse lampanti nella battaglia a colpi di ricorsi e controricorsi al Tar in occasione di ogni Dpcm emanato dall'ex premier Giuseppe Conte, che hanno visto più volte i governatori, in particolare quelli di centrodestra - compreso quello della Sardegna Christian Solinas (si veda il passaporto sanitario) -, in dissidio con Roma.

Nata a Leno, in provincia di Brescia, nel 1973, Gelmini, laureata in Giurisprudenza e specializzata in diritto amministrativo, è una fedelissima di Silvio Berlusconi fin dalla discesa in campo del Cav.

Non è la sua prima volta da ministro: 10 anni fa era infatti la titolare dell'Istruzione.

Tra il 2008 e il 2010 ha firmato la discussa riforma della scuola, quella che ha introdotto, tra l'altro, il maestro unico alle elementari e due nuovi licei, scienze umane e musicale e coreutico. Di lei si ricorda anche la gaffe sul fantomatico tunnel del Cern tra l'Abruzzo e la Svizzera (una madornale svista del suo portavoce, che venne poi licenziato in tronco).

Prima della chiamata di Draghi era capogruppo degli azzurri alla Camera.

Subentra a Francesco Boccia, esponente del Pd, che così ha preso commiato dalla Conferenza Stato-Regioni: "È stato un privilegio per me servire lo Stato ed è stato un grande onore farlo con voi in uno dei momenti più drammatici della storia repubblicana del nostro Paese".

(Unioneonline/l.f.)
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