"Ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi, non esporre un simbolo in particolare".

Lo ha detto il neoministro all'Istruzione Lorenzo Fioramonti: "Il crocifisso a scuola - ha scandito in un'intervista a 'Un giorno da pecora' - è una questione divisiva, che può attendere".

No dunque al crocifisso in aula, ma anche a tutti gli altri simboli religiosi ("Eviterei l'accozzaglia, diventa altrimenti un mercato") e persino alla foto di Sergio Mattarella nelle aule perché, a suo dire, "neanche il presidente la vorrebbe".

Parole che hanno scatenato polemiche mai sopite, soprattutto sul fronte del centrodestra: "Il crocifisso non è un elemento di arredo - ha sottolineato la presidente dei deputati Forza Italia Maria Stella Gelmini -, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese". E replicando direttamente al ministro all'Istruzione ha aggiunto: "La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell'Italia e dell'Europa".

Sulle stesse posizioni anche Fratelli D'Italia. "Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni - ha sottolineato Paola Frassinetti, deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera - qui siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il crocifisso. I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua".

(Unioneonline/D)
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