Una falsa partenza quella dello ius culturae.

Il riavvio dell'esame del provvedimento sulla cittadinanza per i figli degli stranieri che frequentano le nostre scuole, previsto per giovedì in commissione alla Camera, pareva segnare un'accelerazione del governo sulla riforma, messa in cantiere (e poi in soffitta) dai governi Pd per essere accantonata dopo le elezioni del 4 marzo 2018.

Dopo l'annuncio, arrivano le prime frenate. Ad aprire il fronte dei dubbiosi è Alessia Morani, ex renziana rimasta nel Pd, sottosegretario al Mise: "Un principio sacrosanto, ma sarebbe un errore varare subito la legge. Ora non sarebbe compresa, perché sono in circolo le tossine di razzismo inoculate da Salvini. Aspettiamo giugno 2020", ha scritto in un post su Facebook.

Come lei la pensa il pentastellato Giuseppe Brescia, che pure non è contrario alla legge essendo vicino all'ala sinistra dei pentastellati e al presidente della Camera Roberto Fico. Per Brescia "il tema è molto sentito, ma non si può avere fretta, bisogna prima acquisire eventuali nuove proposte di legge e fare un ciclo approfondito di audizioni".

"Siamo lontani dall'avere un testo base", continua Brescia, secondo cui bisogna dare priorità ad altre leggi. Il pentastellato ha anche rimarcato che una eventuale decisione in merito dovrà passare "dalla consultazione degli iscritti a Rousseau".

E a cantare il de profundis, almeno per ora, è stato Luigi Di Maio ieri sera dagli studi di "Non è L'Arena". "Credo che oggi non sia una priorità", ha detto chiaramente.

Rinviare dunque, per non creare ulteriori tensioni nella maggioranza e non fornire assist a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che sono già sulle barricate.

"Vogliono trasformare il nostro Paese nel campo profughi d'Eruopa" spinge ancora Salvini.

In LeU spingono per ignorare la destra e accelarare una legge che "superi l'oscurantismo di Salvini". e lo stesso Orfini, a dimostrazione che nel Pd ci sono diverse anime anche su questo tema, va all'attacco: "Di Maio dice che lo ius culturae per lui non è una priorità. Non mi stupisce. Per me non lo è il taglio dei parlamentari. Ma dato che governiamo insieme sono certo che terrà conto del punto di vista del Pd. E che il Pd su questo non arretrerà".

L'idea dei dem, di LeU e di Italia Viva è dare la cittadinanza ai figli di immigrati che studiano in Italia. Se basti aver completato un ciclo, o se si debbano avere genitori residenti da almeno 5 o 10 anni nel Paese, è ancora da stabilire.

(Unioneonline/L)
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