Divisioni, divergenze, cambi di casacca.

C'è aria di scissione all'interno del Movimento 5 Stelle e, nonostante le rassicurazioni dei big, numerosi indizi sembrano confermarlo.

Un pezzo, in Parlamento, i pentastellati l'hanno già perso: la senatrice Gelsomina Vono ha deciso di passare a Italia Viva, la nuova forza politica fondata da Matteo Renzi.

"Ho preso una decisione importante, difficile e sofferta ma improcrastinabile che però mi dà finalmente la possibilità̀ di ragionare in termini democratici", ha spiegato lei stessa motivando la scelta.

Poi una neanche troppo velata stoccata al Movimento: "Mi sono messa più̀ volte in discussione in questi mesi di legislatura e ho messo in discussione tanti principi che forse qualcuno si illude ancora di avere come guida ma, appunto, è solo una fragile illusione".

VERSO LA LEGA? - Ma non sarebbe l'unica esponente del M5S pronta al salto della quaglia. "Ci sono almeno una ventina di parlamentari del M5S che stanno dialogando con la Lega, in vista di un passaggio con noi", ha dichiarato Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio.

"Possiamo dire - ha ribadito Crippa - che con almeno una decina di loro ci sono movimenti molto avanzati, ma noi valuteremo caso per caso".

Per il numero due leghista il malcontento serpeggiante nel Movimento non sarebbe campato per aria. "Mettetevi nei panni di chi ha fatto una battaglia nei Cinque Stelle per anni contro quelli del Pd perché erano corrotti e ci si ritrova alleato", ha spiegato.

E anche Matteo Salvini si dice convinto di poter "pescare" negli ex alleati per rimpinguare la propria forza parlamentare.

LE DISSIDENTI SARDE - Da registrare, inoltre, che in Sardegna due dei sei esponenti pentastellati in consiglio regionale hanno votato, ieri, a favore del referendum abrogativo della quota proporzionale nella legge elettorale nazionale, proposta targata centrodestra e, soprattutto, Lega.

Si tratta di Carla Cuccu ed Elena Fancello, date anch'esse in partenza verso altri lidi politici.

DI MAIO - Insomma, una serie di scricchiolii che preoccupa non poco i vertici grillini, nonostante le rassicurazioni del capo politico Luigi Di Maio, da più parti messo sul banco degli imputati per la situazione non proprio solida all'interno del Movimento.

"So che ci sono persone che non sono d'accordo con la mia linea, ma non è una novità e comunque sono sicuro che non sia una questione di poltrone. Io ho preso l'80% del consenso per la mia riconferma e abbiamo anche la maggioranza in Consiglio dei ministri".

Lo stesso Di Maio ha confermato l'intenzione di mettere mano all'organizzazione gerarchica interna al Movimento. "Da tempo - ha spiegato - sto lavorando al progetto di un team del futuro, formato da 12 persone. Era un progetto da realizzare entro settembre, ma poi c'è stata la crisi di governo. È evidente che il movimento solo con il capo politico non può sostenere la sfida di governo, il futuro non è una struttura ma una organizzazione capace di far arrivare i problemi dei cittadini al vertice delle istituzioni".

GIULIA GRILLO - "Per me non è in discussione la persona ma il ruolo del capo politico, che è privo di contrappesi. Ci vuole collegialità nelle decisioni", ha detto invece l'ex ministro pentastellato alla Sanità Giulia Grillo.

"Non voglio mettere Di Battista, che pure ritengo di grande valore, al posto di Di Maio" e "non c'è alcuna fronda", ha aggiunto. "Serve però una fase costituente e discutere, nelle assemblee. Inutile riunirsi ogni tanto in Parlamento per un paio d'ore ore a sera tardi. Serve maggiore confronto", perché "a oggi non siamo né carne né pesce", ha concluso.

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata