Scintille oggi al Senato nel corso dell'assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, convocata per sciogliere i nodi dell'elezione del nuovo capogruppo e degli altri esponenti del direttivo.

In molti provano a mettere la polvere sotto il tappeto, ma il clima è stato infuocato. Nel mirino dei senatori, che sono anche arrivati a chiedere l'intervento di Beppe Grillo, c'è l'eccessiva concentrazione di poteri nelle mani del capo politico Luigi Di Maio. Tanto che si è arrivato a chiedere un voto per modificare lo statuto e inserire un direttorio composto da dieci persone.

Tanti i malumori insomma, a cui ha dato voce al termine dell'assemblea Mario Michele Giarrusso: "Di Maio ha troppi poteri, dovrebbe lasciare tutti gli incarichi", ha detto senza mezzi termini. Ancora: "Non vedo quale esperienza possa vantare agli Esteri".

Non si fermano qui le critiche pesanti di Giarrusso: "Abbiamo perso sei milioni di voti. In consiglio dei ministri siamo in minoranza", osserva, nonostante il Movimento abbia praticamente il doppio dei parlamentari del Pd.

Giarrusso conferma che "alcuni senatori stanno preparando un documento per chiedere a Di Maio di fare un passo indietro" e invoca l'intervento del fondatore: "Chiediamo a gran voce l'intervento di Beppe Grillo".

"Di Maio - riferisce un'altra fonte pentastellata - è capo politico ma anche ministro degli Esteri, si troverà spesso all'estero per motivi istituzionali e non potrà badare costantemente al Movimento. Prima della caduta del governo 5 Stelle-Lega si era parlato della creazione di una segreteria, poi la crisi politica ha rallentato questo processo. Ora ci aspettiamo che si faccia ciò che è stato promesso".

In occasione dell'assemblea è stato toccato anche il tema Umbria, un accordo col Pd che "ci è volato sopra la testa", avrebbero detto in molti.

Nel mirino anche Danilo Toninelli, probabile futuro capogruppo al Senato: "Deve racontarci per filo e per segno come mai abbiamo mandato a quel paese sei milioni di elettori. Finché non chiarisce su quanto successo nell'ultimo anno e mezzo, non abbiamo bisogno di ulteriori ambiguità", osserva Giarrusso, che lascia trapelare la possibilità che in Senato nasca una pattuglia di dissidenti potenzialmente letale per il Conte bis: "Ci sono tanti colleghi che chiedono che i principi del M5S non vengano svenduti al momento del voto".

(Unioneonline/L)
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