Matteo Salvini si era rassegnato a passare all'opposizione già da ieri. Il ministro Gian Marco Centinaio lo aveva avvertito: "Con i 5 Stelle si sono interrotte le comunicazioni, da parte loro non c'è la volontà di andare avanti".

Oggi è arrivato anche lo "sgarbo" dell'"amico" Di Maio, che ha detto davanti a milioni di italiani che il leader del Carroccio gli aveva messo Palazzo Chigi su un piatto d'argento pur di tornare al governo. "No grazie", ha detto il leader M5S chiudendo ogni porta alla riproposizione di un'alleanza gialloverde senza Conte.

Così, il discorso dei Salvini dopo le consultazioni al Colle (QUI la cronaca) è molto di lotta e per niente di governo: "C'è un premier indicato da Parigi, Berlino, Bruxelles. Un Monti bis", è il tagliente affondo.

Nel mirino, più del Movimento 5 Stelle ci sono il Pd e - soprattutto - Giuseppe Conte. "Abbiamo l'impressione se non la certezza che ci sia un disegno che parte da lontano, non dall'Italia, di svendita del Paese, delle sue aziende e del suo futuro all'estero. Sarebbe una mancanza di rispetto al popolo italiano".

E ancora: "Sono sconcertato, e come me milioni di italiani, di fronte all'indecoroso teatrino della guerra delle poltrone che si sta verificando da giorni".

Ha fatto l'elenco delle elezioni (politiche, regionali, europee) degli ultimi anni il leghista, tutte perse dal Pd: "In milioni si chiedono a che serve votare se quelli che mandiamo a casa ritornano grazie ai giochi di palazzo. Il Paese ha bisogno di elezioni questo governo ha come collanti le poltrone, le vendette e l'odio nei confronti della Lega".

Il Pd, appunto: "Il partito di Bibbiano, di Banca Etruria, della Fornero. Noi non abbiamo cambiato idea come altri, siamo pronti ad andare alle urne". Prima o poi il voto degli italiani lo dobbiamo affrontare, e noi lo faremo a testa alta. Non so gli altri".

E in serata, a chi gli chiede se sia stato un suo errore, risponde così: "Sì se lo si considera in base alle logiche della vecchia politica. Non pensavo che i renziani pur di non andare alle elezioni avrebbero votato anche per il governo di Pippo e Topolino".

Ma la più dura nel centrodestra è stata Giorgia Meloni, che ha invocato le piazze per tornare al voto: "Questo governo sarebbe una mancanza di rispetto al popolo italiano. Se dovesse nascere scenderemo in piazza. A piazza Montecitorio, il giorno della fiducia, perché sarebbe un esecutivo nato da un patto della poltrona, che è un inganno".

Anche Silvio Berlusconi, come gli altri leader del centrodestra, ha ribadito a Mattarella "la necessità di ridare la parola agli italiani", perché "quella che sta nascendo tra M5S e Pd è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ai grandi problemi lasciati sul tappeto dal precedente esecutivo".

Il Cav, che ha rimarcato le distanze da Lega e Fdi dicendo che Forza Italia è "l'unico partito liberale, moderato, europeista", ha anche messo in guardia gli alleati: "Senza di noi la destra non sarebbe in grado di vincere, e se anche vincesse non sarebbe in grado di governare", ha detto.

(Unioneonline/L)

I LEADER DEL CENTRODESTRA AL COLLE

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