Dopo la serie di incontri romani al Mef e al Ministero degli Affari regionali, oggi in Consiglio regionale il presidente della Regione, Christian Solinas, ha fatto il punto sulla vertenza entrate.

Il governatore si è soffermato in particolare sulla partita degli accantonamenti, ovvero il contributo della Sardegna allo Stato per il ripianamento del debito pubblico, e su quella degli arretrati che la Regione vanta nei confronti dello Stato.

Solinas ha elencato le richieste avanzate a Roma, che sul fronte accantonamenti prevedono di allineare il contributo all'1,14% del Pil come avviene per la Sicilia (in Sardegna attualmente è dell'1,60).

Una soluzione di questo tipo consentirebbe di ridurre il concorso alla finanza pubblica per un valore pari a 153 milioni di euro. Così, rispetto ai 535 milioni annui pagati sinora, la quota si ridurrebbe a 382 milioni.

Oltre a ciò, in base ai ricorsi pendenti, il presidente della Regione chiede la cancellazione della quota di 285 milioni non dovuti in base alla sentenza della Corte costituzionale del 2019. Per quanto riguarda gli arretrati, ha rivendicato 276 milioni di euro così divisi: 78,6 (periodo 2010-201616) per reddito da capitale, 12,8 per tasse auto (periodo 2010-2013) e 184 per trasferimento funzioni area vasta.

Complessivamente si tratta di una partita da 714 milioni di euro.

"A settembre - ha spiegato Solinas in aula - dovremmo poter chiudere la prima parte dell'accordo con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti. Con la legge statale di bilancio 2020 speriamo di arrivare a una soluzione definitiva degli accordi".

(Unioneonline/v.l.)
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