I capelli candidi con ciuffetto grigio, le mani curate ma senza alcuna traccia di smalto (mai sia!), il sorriso smagliante, gli occhi "languidi", come quelli di una volta.

"Ci presenteremo alle Regionali e alle Europee", scandisce soddisfatta presentando con orgoglio il nuovo partito da lei fondato per rinnovare il centrodestra, a suo modesto parere.

Irene Pivetti (proprio lei!) non ce la fa a rassegnarsi all’oblìo politico (e non solo) e a 56 anni compiuti (oggi!) riscende in campo con il suo movimento: "Si chiama 'Italia Madre', il simbolo è l’Italia turrita". L’Italia turrita? Quella dei francobolli? Sì. Caspita. Lega, comincia a tremare. "Non ce l’abbiamo fatta a presentarci alle politiche del 4 marzo, non abbiamo raccolto abbastanza firme", chissà perché, "ma siamo pronti per le prossime elezioni". Auguri.

Con il simbolo di "Italia Madre" (Ansa)
Con il simbolo di "Italia Madre" (Ansa)
Con il simbolo di "Italia Madre" (Ansa)

D’altronde, quando uno a trasformismo è secondo solo ad Arturo Brachetti, possiamo aspettarci questo e altro.

Sì, perché di Irene Pivetti, negli ultimi trent’anni, ne abbiamo viste veramente tante. Si tenterà nelle prossime righe di tracciarne le principali, ma si accettano suggerimenti.

PIVETTI NUMERO UNO - Anno 1994, una fino a quel momento più o meno anonima leghista, una delle poche "alfabetizzate", dirà qualcuno crudelmente, diventa la più giovane presidente della Camera. Si chiama Irene Pivetti, è laureata alla Cattolica in Lettere, è figlia del regista Paolo e dell’attrice e doppiatrice Grazia Gabrielli. Sorella della allora esordiente, nel mondo dello spettacolo, Veronica.

Con la camicia verde (Ansa)
Con la camicia verde (Ansa)
Con la camicia verde (Ansa)

Irene è il fiore all’occhiello della Lega, è l'"Ornella Muti" del Carroccio. E qui ha il suo primo cambiamento. Dalla scamiciata e accalorata urlatrice nelle prime Pontide, quella che aveva inviato a Umberto Bossi un trattato sulla Lega e che lui aveva chiamato a sé in piazza Massari (chiamiamola "Pivetti numero zero") si trasforma. Pacata, austera, diventa a sorpresa l’antitesi del Senatùr che per un po’ di tempo continua comunque ad adorarla. Un po’ di tempo, appunto.

Lei, all’epoca, ha solo 31 anni. E chi se la ricorda bene penserà: "Ne aveva 31? Ma ne dimostrava almeno venti di più!". Venti no, ma qualcuno in più sì. Per una sorta di "operazione invecchiamento" auto-imposta.

La Pivetti ai tempi della presidenza della Camera (Ansa)
La Pivetti ai tempi della presidenza della Camera (Ansa)
La Pivetti ai tempi della presidenza della Camera (Ansa)

Capelli cotonati in una piatta permanente, perle giganti sempre incollate ai lobi, abiti "vintage", per fare agli abiti un complimento, vetusti, per dire la verità. Al collo, sotto l'inevitabile e ormai caratteristico foulard, porta con orgoglio, una croce, e che croce! Quella della Vandea, simbolo dei cattolicissimi soldati della Vandea, appunto, fedeli alla monarchia.

Una Irene che non è destinata a durare, come nessuna delle altre, ma questo allora ancora non si sa.

Ospite di Porta a Porta nel 1996, con Nilde Iotti (Ansa)
Ospite di Porta a Porta nel 1996, con Nilde Iotti (Ansa)
Ospite di Porta a Porta nel 1996, con Nilde Iotti (Ansa)

PIVETTI NUMERO DUE - Tra messe in latino e voci secondo cui aveva chiesto di rimuovere la Venere di Luca Giordano dal suo ufficio (perché era nuda?) il gradimento di Umberto Bossi nei suoi confronti scema sempre di più: "Quella tusa l’è un po’ smorta", sentenzia il Senatùr che nel 1996 non esita a espellerla dalla Lega per antisecessionismo: "Palese contrasto con le linee politiche del Movimento e del suo segretario", recita l'Agepadania, l'agenzia di stampa della Lega.

Con Roberto Maroni (Ansa)
Con Roberto Maroni (Ansa)
Con Roberto Maroni (Ansa)

Da quel momento sulla Pivetti si abbatte la "maledizione" dei presidenti della Camera della post-Prima Repubblica. Pian piano si incammina verso il triste declino politico.

Non prima di essersi reinventata, Pivetti numero due - capelli corti, lisci e bruni e foulard un po' allentato ma onnipresente - nella fondatrice di un nuovo partito, "Italia federalista". Progetto che dura proprio pochino, perché già nel 1998 confluisce in "Rinnovamento italiano" e poi nell'"Udeur" di Mastella. L'anno dopo è presidente dell'Udeur. Politicamente è finita.

Con Clemente Mastella (Ansa)
Con Clemente Mastella (Ansa)
Con Clemente Mastella (Ansa)

PIVETTI NUMERO TRE - E qua il grande colpo di scena. Una bella mattina - la Pivetti si è già riciclata intellettuale e conduttrice di "Tempi Moderni" - le edicole si riempiono delle immagini di una sua sosia. Tolto il foulard, tolto il tailleur, tolto proprio tutto. Attenzione, ma è proprio Irene Pivetti quella che posa sulle pagine dei rotocalchi! E quello è veramente latex! Cosa è successo alla castigata presidente della Camera? Dov'è finita?

Difficile a dirsi, ma mentre i vertici di Mediaset insorgono perché una loro rispettata rappresentante si è fatta vedere mezza nuda, resta nella storia quella copertina dal titolo urlato: "Mi sento sexy come Catwoman".

Con Platinette sul set di "Bisturi" (Ansa)
Con Platinette sul set di "Bisturi" (Ansa)
Con Platinette sul set di "Bisturi" (Ansa)

E comunque, messo da parte il frustino, nel mondo dello spettacolo mette le tende. Comparendo, ogni volta con un taglio di capelli diverso (se quei capelli potessero parlare!), nelle più disparate trasmissioni. Il classico "Mezzogiorno in famiglia", il chirurgico "Bisturi" con Platinette, il parlantino "Liberitutti", fino all'acrobatico "Ballando con le stelle". Camaleontica, passa senza problemi da "Buona Domenica" di Mediaset a "Domenica In" della Rai. Che maestria.

A "Ballando con le stelle" (Ansa)
A "Ballando con le stelle" (Ansa)
A "Ballando con le stelle" (Ansa)

PIVETTI NUMERO...? - Anche la carriera in tv piano piano comincia a languire, e lei si riaffaccia nel mondo della politica. Restando da una parte, diciamo nella corsia di emergenza. Si candida alle elezioni regionali del Lazio, nel 2013, con i Cristiano Popolari, alle amministrative del 2016 per il Consiglio comunale di Roma, nella lista "Noi con Salvini", senza essere eletta. E pensare che Salvini aveva anche ipotizzato di candidarla a sindaco di Roma, al posto della Meloni...

Con Matteo Salvini (Ansa)
Con Matteo Salvini (Ansa)
Con Matteo Salvini (Ansa)

E vabbe, è andata così. A quel punto le resta la notorietà e ripiega, Brachetti docet, sulla nobile arte dell'"opinionismo", in veste di compassata esperta politologa. Ma anche lì, non la si vede più. Fino a pochi mesi fa quando, fluida come tutti gli eroi e le eroine della Seconda Repubblica, e messa nel cassetto la croce della Vandea, ha tirato fuori quel grosso francobollo che è il simbolo del "rinnovamento politico del centrodestra". Come andrà? Ai filatelici l'ardua sentenza.

Alla prima della Scala, dicembre 2018 (Ansa)
Alla prima della Scala, dicembre 2018 (Ansa)
Alla prima della Scala, dicembre 2018 (Ansa)

Angelica D'Errico

(Unioneonline)

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