In Inghilterra chi pubblica un video hot senza il consenso del partner rischia due anni di carcere: il provvedimento è del 2015 e nei primi due anni di applicazione sono stati denunciati 465 casi. Norme simili esistono anche in Germania, Stati Uniti, Canada, Australia.

In Italia il disegno di legge ha iniziato da poco il suo percorso parlamentare e porta la firma di Elvira Lucia Evangelista, senatrice M5S di Nuoro: "C'è una lacuna legislativa che va colmata. Lo dimostrano i fatti di cronaca, come quello di Michela Deriu a Porto Torres e di Tiziana Cantone, che ha avuto una ribalta nazionale".

Nel tritacarne è finita qualche giorno fa anche Giulia Sarti, deputata del Movimento. Quasi sempre dietro l'obiettivo c'è un ex marito o un vecchio fidanzato che cerca vendetta.

Il testo prevede una pena da sei mesi a tre anni per chi pubblica "attraverso strumenti informatici o telematici" immagini o filmati "sessualmente espliciti". La norma verrà inserita nel codice penale, dopo l'articolo che punisce lo stalking. Nei prossimi giorni verranno avviate le audizioni in commissione.

Avete fretta di approvare la legge?

"Il fenomeno va fermato. Gli studi psicologici dicono che siamo nello stesso campo della violenza sessuale".

In cosa consiste il provvedimento?

"In tre articoli. Nel primo prevediamo la nuova fattispecie di reato: si punisce chi rende pubblico il video senza il consenso della persona con cui è stato fatto".

Anche se viene inviato nelle chat di WhatsApp?

"Certamente. Nel testo sono indicati gli strumenti informatici e telematici: la legge va estesa a qualsiasi mezzo".

Punirete anche chi diffonde le immagini in un secondo momento?

"Sì. Purtroppo una foto può essere condivisa migliaia di volte. Nella mia proposta si parla di una multa fino a 250 euro".

Non rischia di essere una punizione troppo blanda? A volte è proprio la diffusione successiva a fare più danni.

"Può essere vero, ma scrivendo la legge ho pensato che non fosse possibile disporre la reclusione in questo caso: si rallenterebbe il lavoro dei giudici e forse si intaserebbero le carceri. Comunque sentiremo in audizione diversi penalisti, siamo disposti a cambiare e migliorare il testo. Vorrei che la massima condivisione da parte delle forze parlamentari".

Quasi sempre dietro la diffusione di un video hot c'è un ex findanzato.

"Sono previste due aggravanti. La prima nel caso in cui a tradire la fiducia sia un coniuge o una persona legata da una relazione affettiva".

E la seconda?

"Se in conseguenza della pubblicazione del video dovesse derivare la morte della persona offesa. Poi prevediamo anche che siti web e social network intervengano per rimuovere i video".

Bloccare la diffusione nelle chat o sui social è quasi impossibile.

"La parte tecnica è la più difficile, ma lavoreremo con la polizia postale e con i carabinieri per capire come muoverci".

Spesso i protagonisti di questi video sono minorenni.

"Da avvocato mi sono occupata di bullismo. Una delle condotte tipiche tra i ragazzi è quella del sexting, che consiste nello scambio di immagini hot attraverso il cellulare. Il disegno di legge prevede anche un articolo sulla prevenzione".

Cosa si può fare concretamente?

"Formare e istituire la figura del referente scolastico, che studi questi fenomeni e prepari i giovani all'uso consapevole di internet".

È giusto concedere le attenuanti per un omicidio commesso nel mezzo di una "tempesta emotiva"?

"Non ho letto la sentenza in questione, mi sembra difficile che si giustifichi un assassino che agisce perché la donna è troppo, come dire?, vivace. Si tornerebbe indietro di trent'anni".

Web e social network: sono un'opportunità o un rischio?

"Credo siano sempre un'opportunità, ma possono diventare pericolosi se non si mettono paletti. Ora siamo al far west".

Michele Ruffi

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