In ogni tappa è un tripudio.

Il tour del vicepremier, in Sardegna nella duplice veste di ministro dell’Interno e di leader della Lega, è stato intenso come non mai. E come sempre, dopo la parte ufficiale, Matteo Salvini è stato abbracciato dall’affetto delle migliaia di sostenitori.

A margine degli incontri istituzionali e dei comizi ha trovato il tempo per i selfie, gli autografi e per rispondere ad alcune domande.

Dopo il Decreto Sicurezza, la Manovra di Bilancio, e altre misure promesse in campagna elettorale, quali sono i suoi prossimi obiettivi?

"Nell’immediato c’è la Riforma Fornero con la 'Quota 100'. Ci sono le risorse e il Consiglio dei ministri approverà il decreto. Un bel po' di italiani potranno finalmente andare in pensione, ovviamente chi ne farà richiesta, perché magari una parte di coloro che sulla carta hanno raggiunto i requisiti preferiranno continuare a lavorare. E, lo ribadisco, chi opterà per il meritato riposo non avrà nessuna penalizzazione. In ogni caso si libereranno tantissimi posti di lavoro che saranno coperti da giovani che oggi sono in cerca di occupazione, un turnover importantissimo che darà fiato all’economia e consentirà una impennata certa dei consumi".

La linea di fermezza sulla tratta dei migranti clandestini con la politica dei porti chiusi, che la gente sembra approvare come si deduce dai sondaggi, ha contribuito a diminuire gli sbarchi? Che dati sono disponibili a oggi?

"Gli sbarchi sono diminuiti di oltre l’80% su base nazionale mentre in Sardegna siamo al 50% come hanno confermato i dati della Prefettura di Cagliari. Rispetto ai duemila del 2017 siamo a mille sbarchi nelle coste del sud per il 2018 e questo significa che il trend sta rapidamente cambiando con un risparmio proporzionale di risorse che invece andiamo ad investire nella sicurezza, per la videosorveglianza, per gli interventi di personale aggiuntivo a tutela delle spiagge e dei litorali e per l’assunzione di nuovi poliziotti. Nella prima settimana del 2019 siamo invece a zero sbarchi e con la linea della fermezza contiamo di ridurre al minimo i flussi. Se prima, aprendo a tutti indiscriminatamente, arrivavano migliaia di persone ogni settimana, per quest’anno, grazie alla mediazione con l’Unione europea e alla responsabilizzazione degli altri Paesi dell’area euro, gli eventuali clandestini, poche decine finora, individuati nelle acque internazionali saranno suddivisi tra tutti i Paesi e non sarà solo l’Italia a farsi carico del problema".

Bersani, a Di Martedì, ha attaccato la misura della mini flat tax che fissa al 15% l’IRPEF per le piccole partite iva fino a 65.000 euro. Cosa pensa dell’opposizione di sinistra che contrasta riforme richieste dalla gente? Le fanno un favore in campagna elettorale senza rendersene conto?

"È incomprensibile l’atteggiamento dell’opposizione di sinistra. Noi andiamo avanti con fatti concreti e l’affetto della gente in ogni piazza mi dà un’energia incredibile. La flat tax per le piccole partite Iva sta riscuotendo un successo straordinario e l’anno prossimo la estenderemo fino a 100.000 euro con aliquota fissa al 20%. I cittadini sono contenti e me lo raccontano di persona quando li incontro per le strade. Non so invece in che mondo stiano vivendo i signori del Pd. Per troppi anni si sono dimenticati della loro gente che evidentemente il 4 marzo e anche per il futuro sta facendo altre scelte.

L’ultimo sondaggio sul politico più affidabile al Governo nella percezione degli elettori vede lei al 39%, Conte al 29% e Di Maio al 9%. La linea conciliante di Zingaretti è forse quella che potrebbe consentire al Pd una rimonta?

"Mi fa piacere che i risultati siano così positivi ma i miei sondaggi preferiti sono le manifestazioni di affetto delle persone che tutti i giorni incontro per strada. Io mi occupo del mio progetto e cerco di portare a casa risultati concreti come stiamo facendo in poco più di 7 mesi. Se ci lasciano lavorare avremo sempre più risultati e, pazienza per Saviano e i rosiconi, continuerò a indossare tutto ciò che mi regalano nelle varie visite in giro per l’Italia, giubbotti, felpe, divise, magliette, perché sono orgoglioso di poter rappresentare le nostre straordinarie forze dell’ordine".

Dopo la vittoria dei Sì Tap in Puglia, grande opera voluta fortemente dal suo elettorato e avversato con forza dai simpatizzanti Cinquestelle, come finirà tra Sì Tav e No Tav?

"Sulla Tav, una volta finito l’iter dell’analisi costi benefici, si farà sicuramente la valutazione migliore. Con i soli no non si campa. Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, no alla TAV, mica possiamo andare in giro con la candela e accendere i legnetti. Di tutto il resto si può discutere, ma con i soli No non si campa".

Lei sostiene per le elezioni regionali la coalizione di centrodestra civica e sardista con a capo il senatore del gruppo Lega Psd’az Christian Solinas. Se dovesse vincere, usando una frase a lei cara, "la pacchia è finita' per chi e per cosa?

"Per quelli che vogliono bloccare lo sviluppo, il turismo, la creazione di posti di lavoro, la possibilità dei sardi e di tutti gli italiani di viaggiare da e per la Sardegna, per le liste d’attesa negli ospedali pubblici, per una sanità allo sfascio che dimentica i cittadini e chiude i presidi nei territori che noi riapriremo, per chi vuole remare contro i sardi e bloccare l’economia, per i furbetti e i delinquenti, per gli abusivi e i clandestini. Insomma sarà una bella rivoluzione, la Regione Sardegna sarà amica dei cittadini, aiutando i deboli e incentivando imprese, industrie, produttori e i comparti strategici come turismo, agricoltura, artigianato, trasporti, cultura, scuola, formazione, assistenza. Vincerà Christian Solinas per il bene dei sardi e dal giorno dopo le elezioni si instaurerà una proficua collaborazione tra il governo nazionale e un candidato che stimo e conosco bene. Una collaborazione importantissima perché io ho a cuore principalmente il futuro dei cittadini sardi che vivono in questo paradiso straordinario. Prima i sardi".

L.P.
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