"Non ci saranno ripercussioni sul governo. Io e la Lega manteniamo i patti: questa votazione bislacca avrà come unico esito quello di accelerare l'approvazione del ddl anticorruzione". Così Matteo Salvini prova a gettare acqua sul fuoco acceso dal caso politico che ieri ha scosso la maggioranza giallo-verde. "Un voto assolutamente sbagliato - ammonisce il ministro - la posizione della Lega la stabilisce il segretario e il provvedimento sarà approvato così come concordato dalla maggioranza".

Il governo è stato battuto in Aula alla Camera sul voto segreto di un emendamento al decreto anticorruzione presentato - ironia della sorte - dall'ex pentastellato Catello Vitiello, espulso perché appartenente alla massoneria e ora nel gruppo misto.

L'emendamento - approvato con 284 sì e 239 no grazie a 36 franchi tiratori - prevede un ammorbidimento del reato di peculato, e i pentastellati sono convinti che a fare lo sgambetto sia stato il Carroccio, che già in commissione aveva proposto una norma simile, contestata da M5S.

E così, mentre dai banchi di Montecitorio Forza Italia gridava "Libertà" e M5S "Vergogna", un deputato della Lega - secondo indiscrezioni riportate da diversi quotidiani - avrebbe detto: "Abbiamo voluto mandare un segnale al Movimento".

"Se cambia l'anticorruzione si va a casa", avvertono i 5 Stelle, secondo cui l'approvazione dell'emendamento sarebbe la prova che Salvini non controlla i suoi. Di Maio questa mattina ha incontrato i vertici M5S alla Camera per fare il punto della situazione. E Salvini ha lanciato un nuovo segnale distensivo all'alleato: "La norma sul peculato sarà corretta".

Anche Conte getta acqua sul fuoco, parlando di "incidente di percorso". Tuttavia l'accordo non è stato ancora trovato, tanto che il Movimento ha chiesto un rinvio dell'esame del ddl.

E tra le crepe della maggioranza si infilano le opposizioni: "Questo voto è la prova materiale che la maggioranza si sta sfarinando. Il governo è oltre il limite dello sbando, è semplicemente finito", commenta Osvaldo Napoli (Forza Italia).

"Una maggioranza divisa e pasticciona boccia il provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle. Il governo sfiduciato dai suoi deputati risulta sempre più debole e confuso", dichiara il presidente del gruppo Pd alla Camera Graziano Delrio.

Tra "manine", condoni, giustizia, inceneritori e grandi opere, più passa il tempo più si allargano le crepe nell'esecutivo, che sembra tenuto in piedi più dal rapporto personale tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini che da una vera e propria condivisione delle scelte politiche.

(Unioneonline/L)
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