Nel suo profilo facebook ci sono post sulla sua attività professionale, immagini che evocano ottimismo e positività e profonde riflessioni filosofico-spirituali sul significato della vita e sul senso più alto della sua missione di medico. L'unica eccezione riguarda il Movimento 5 Stelle: mercoledì scorso ha condiviso un video di Luigi Di Maio che criticava "Repubblica", sabato il post con il quale Virginia Raggi annunciava la sua assoluzione.

Antonio Macciò, 62 anni, ginecologo e chirurgo oncologo tra i più apprezzati in Italia, e non solo, confessa di essersi imbarazzato circa il suo nome spuntato fra i possibili candidati pentastellati nell'Isola. "Non è un mistero che simpatizzi per il Movimento. Apprezzo il loro modo di fare cose nuove in modo nuovo, la loro attitudine a mettere al centro le persone, che è anche la mia filosofia di vita. Per questo ho manifestato la mia felicità nel vedere il sindaco Raggi assolta, così come ho condiviso, altre volte, il viso di Grillo che ha rappresentato un modo nuovo di vedere la politica. Però le confesso che è stato imbarazzante, più per loro che per me, vedere con quale disordine sia emerso il mio nome: evidentemente qualcuno nel Movimento lo ha fatto, altri lo hanno bollato come Fake News. Però continuano a parlarne. Mi sembra una guerra di un gruppo contro un altro e questa situazione non è rispettosa della mia persona e della mia storia. È una vicenda che evidenzia confusione e io sono un uomo di scienza e vivo di ordine e rigore. Spero che se un giorno si dovesse avviare una discussione sul mio nome ciò avvenga sugli argomenti e con interlocutori seri. Ma se ciò avvenisse, prima si accordino tra loro, trovino una posizione comune, poi se ritengono di dovermi candidare parlino con me".

Quello di Macciò è uno sfogo. Eppure avrebbe voglia di parlare di politica e di sanità, in particolare. "Nella mia vita mentre costruivo il mio curriculum di prestigio, ho sempre partecipato alla vita sociale, dunque ho sempre fatto politica, attivamente o meno. E credo che le polemiche, anche quelle attorno al mio nome, impediscano a chi le alimenta di focalizzarsi sui problemi veri della nostra regione, che sono tanti. Sa che cosa facevo venerdì quando il mio nome emergeva tra i candidati? Sono stato in sala operatoria per undici ore a fare uno degli interventi chirurgici più complessi mai fatti all'Oncologico. E il giorno dopo sono stato con la paziente e con i suoi familiari. Una donna che era stata rifiutata dagli ospedali specializzati di Milano, secondo i quali per lei non c'era niente da fare. Noi la stiamo curando perché siamo un'eccellenza anche se la riforma della rete ospedaliera di questa giunta sta tentando di distruggere tutto".

"Molti se la prendono solo con Pigliaru e Arru, che ha ragione nel lamentarsi di essere stato lasciato solo, ma chi ha votato la riforma in Consiglio regionale è altrettanto responsabile", evidenzia ancora l'oncologo. "Così come questa maggioranza è responsabile della più grande offesa ai sardi: quella del Mater Olbia. Un affronto perché si stanziano risorse ingenti e si chiamano altri per far fare loro ciò che noi sappiamo fare meglio. Questa situazione è assurda e crea un grande senso di solitudine in me e nei miei pazienti. Ecco, io da uomo di scienza che vive la società e la politica vorrei cambiare le cose e guardo con attenzione costante verso il Movimento. Ma non voglio essere al centro di dissidi tra gruppi. Non lo merito".

Fabio Manca

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