"Se si continua così, siamo davvero all'anticamera della dittatura". Non le manda certo a dire Silvio Berlusconi, che si dice "preoccupato" dal "clima illiberale" che si respira nel Paese, all'indomani degli attacchi (ma sarebbe meglio dire insulti) di Di Maio e Di Battista ai giornalisti.

"Tutte le dichiarazioni dei Cinque Stelle - ha detto l'ex premier intervenendo al congresso nazionale dei giovani di Forza Italia a Roma - mettono molta preoccupazione. Siamo di fronte a un governo pericoloso, nella stessa situazione del '94, con la differenza che l'allora Pci aveva esperienza di amministrazione pubblica. I grillini invece aggiungono al loro vetero comunismo anche una smodata invidia sociale e una assoluta ignoranza e non conoscenza dell'amministrazione pubblica".

A preoccuparlo più di tutto è quello che a suo giudizio emerge dai vari provvedimenti messi in campo dall'esecutivo, che denotano "la ferma volontà di creare uno Stato etico che sceglie al posto dei cittadini cosa è bene e cosa è male".

Poi Berlusconi passa all'alleato leghista, per il trito e ritrito appello ad abbandonare i pentastellati: "Sono convinto che questo governo non potrà durare cinque anni. La Lega si accorgerà presto di non poter tradire il programma di centrodestra presentato ai nostri elettori. Poi ci sono due soluzioni: un mandato al centrodestra o nuove elezioni".

E in caso di elezioni, è il messaggio lanciato per convincere Salvini, "sono sicuro che gli italiani che il 4 marzo sono andati a votare prendendo un abbaglio, in gran numero capiranno l'errore e si porteranno nei seggi per garantire al Paese un futuro di democrazia e libertà".

Le parole del Cav tuttavia non hanno fatto per niente piacere a Matteo Salvini, che ha subito replicato per respingere le accuse di "dittatura" rivolte al governo gialloverde: "Io certe sciocchezze le lascerei dire ai burocrati di Bruxelles e ai frustrati di sinistra. Chi parla di rischio dittatura in Italia non ha ben presente che l'Italia sta bene, mi spiace che Berlusconi usi le parole utilizzate di solito dai Renzi, le Boldrini e gli Juncker".

(Unioneonline/L)

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