Il Consiglio dei ministri ieri sera ha dichiarato lo stato d'emergenza per 11 regioni in seguito all'ondata di maltempo che ha colpito l'Italia nei giorni scorsi.

Tra le regioni interessate c'è anche la Sardegna. Le altre sono Calabria, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Sicilia, Toscana, Veneto e Trentino Alto Adige.

E con lo stato d'emergenza arrivano i primi fondi. Appena 53,5 milioni quelli deliberati finora, "per i primissimi interventi" e per "ripristinare i servizi essenziali". "Altri 200 milioni arriveranno nei prossimi giorni con decreto del presidente del Consiglio", ha fatto sapere Giuseppe Conte.

I presidenti di Liguria e Lazio iniziano a fare i primi conti. "In Liguria dovrebbero arrivare 6,5 o 7 milioni per le primissime urgenze, a cui seguiranno altre risorse", ha detto Giovanni Toti. "A noi subito 4 milioni di euro", ha fatto sapere invece Nicola Zingaretti.

Sarà il Dipartimento di Protezione Civile, con un'ordinanza che dovrebbe arrivare nella prossima settimana, a distribuire i 53 milioni tra le varie regioni.

La conta dei danni non è ancora stata completata, secondo il governo supererà i tre miliardi: "Aspettiamo che tutte le regioni finiscano le ricognizioni dei danni", ha affermato il ministro del Sud Barbara Lezzi.

Regioni che hanno già a disposizione tra i 3 e i 4 miliardi di fondi strutturali europei. Proprio oggi in Conte incontra Lezzi e il ministro dell'Ambiente Sergio Costa per definire - con l'utilizzo dei fondi europei - un piano di contrasto al dissesto idrogeologico.

Intanto il vicepremier Luigi Di Maio annuncia che questa volta i tagli agli stipendi dei parlamentari M5S saranno versati in un fondo della Protezione Civile a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni. Si tratta, scrive il leader pentastellato sul blog, ci "circa due milioni da parte dei 300 parlamentari del Movimento derivanti dal taglio dello stipendio".

"I soldi per aiutare le persone, se tagliamo sprechi e privilegi, ci sono sempre", ha affermato Di Maio, invitando gli altri partiti a fare lo stesso.

(Unioneonline/L)
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