Dopo le scintille dei giorni scorsi, il governo ha trovato la "quadra" sulla proposta del Movimento 5 Stelle di bloccare la prescrizione per gli imputati dopo la sentenza di primo grado (sia in caso di condanna che in caso di assoluzione).

Verrà inserita nel Ddl anti-corruzione, ma l'applicazione della norma slitta di un anno.

Questo l'accordo trovato tra Lega e M5S, dopo un vertice tra Matteo Salvini, Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

Soddisfatto il Guardasigilli: "Ogni volta che usciamo da un Consiglio del ministri qualcuno chiede chi ha vinto o chi ha perso. In realtà accade semplicemente, come forse non era mai accaduto in questo Paese, che all'interno del governo ci sono due forze politiche che hanno storie diverse, Dna differenti, ma che poi si incontrano e riescono a trovare sempre una soluzione nell'interesse del Paese".

Le opposizioni però protestano, sostenendo che le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato l'ampliamento del ddl Anticorruzione, ma non c'è stato alcun voto.

"Il ministro Alfonso Bonafede invece di venire in Commissione annuncia su Facebook l'accordo sulla prescrizione", spiega il deputato Pd Stefano Ceccanti. Aggiungendo: "Se questo è un ministro e se questa è una Repubblica parlamentare. La presidente Sarti ha cercato di mettere in votazione in modo illegale l'allargamento, troncando la discussione: siamo al di fuori di qualsiasi regola parlamentare".

"La montagna ha partorito un topolino mascherato da obbrobrio giuridico", il commento, invece, di Anna Maria Bernini (Forza Italia). "Il blocco della prescrizione, cioè un vero e proprio ergastolo processuale, ci sarà, ma non subito, forse tra un anno e solo quando il governo dovesse riuscire a varare una riforma globale del processo penale. Il ministro Bonafede può fare la voce grossa quanto vuole, ma i 5Stelle hanno perso fragorosamente anche questa partita".

Giuseppe Civati (Possibile) ironizza invece sul rinvio di un anno del provvedimento, commentando: "La prescrizione è stata prescritta".

IRA DEI PENALISTI - Intanto gli avvocati penalisti si preparano alla battaglia, annunciando uno sciopero dal 20 al 23 novembre per dire "no alla controriforma della giustizia penale" e "in difesa della costituzione".

Proprio il 23 novembre ci sarà una grande manifestazione nazionale a Roma "per affermare e difendere l'idea liberale e costituzionale della giustizia penale".

(Unioneonline/l.f.)

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