Scontro a distanza tra il ministro della Pa Giulia Bongiorno e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla prescrizione.

Tutto parte dalle parole di Bonafede che, in un'intervista alla Stampa, spiega di voler fermare la prescrizione - eliminandola dopo la sentenza di primo grado con un emendamento - perché "il sistema deve recuperare credibilità agli occhi dei cittadini. Non possiamo pensare che un processo passato attraverso spese, indagini e sentenze, si risolva a tarallucci e vino prima del giudizio definitivo. E poi la prescrizione esiste solo in Italia".

"Voglio un sistema giudiziario con le spalle larghe. Capace cioè di reagire in tempi rapidi. Se un cittadino chiede giustizia lo Stato deve dare una risposta celere. E su questo dobbiamo essere tutti d'accordo".

Per arrivare a questo occorre investire "sui magistrati e sul personale amministrativo. Per farla finita con il grande equivoco italiano che consente ad alcune categorie protette di salvarsi grazie ai cavilli. Visito i tribunali a sorpresa quasi ogni giorno. E tutti mi dicono la stessa cosa: ci manca personale. Faremo un ampliamento della pianta organica che questo paese non ha mai visto", conclude.

"Lo stop alla prescrizione è importante - gli fa eco il vicepremier Luigi Di Maio - perché così si mira a perdere tempo e alla fine i furbetti la facevano franca".

La Lega non la pensa allo stesso modo, e lo ribadisce con forza anche il ministro Bongiorno a Sky Tg24.

"Lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio è come mettere una bomba atomica sotto il sistema giudiziario italiano". Secondo Bongiorno con lo stop alla prescrizione "non ci sarebbero più Appello e Cassazione perché non sarebbero più fissate le udienze. Io questo cosa non posso accettarla e non posso non segnalarla", prosegue.

"Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all'impunità", le risponde Bonafede.

"Chi va a spiegare ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che il tempo è scaduto per i primi due reati e non avranno una risposta di giustizia piena?", domanda retoricamente il Guardasigilli, che dice: "Oltre alla tragedia, devono anche essere beffati da uno Stato incapace di dare una risposta? Vale per loro come per il processo Eternit, il terremoto de L'Aquila, l'inquinamento dell'impianto di Marghera. Dopo una verità accertata in primo grado, non possiamo lasciare che da quel momento in poi non ci sia più alcuna certezza di giustizia. La sicurezza dei cittadini e la certezza della pena perdono qualsiasi significato se poi il processo si conclude con la prescrizione".

E ancora: "Deve essere chiaro che siamo di fronte a una riforma epocale della giustizia penale che cambia totalmente ottica: è finita l'era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano solo a farla franca. Con la nostra riforma della prescrizione, gli unici a dover temere sono i colpevoli. I tempi dei processi saranno brevi grazie agli investimenti di questo governo: lo Stato si deve prendere la responsabilità di rendere giustizia ai cittadini".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata