Un occhio allo spread e l'altro a Palazzo Chigi, in una delle giornate più infuocate del governo giallo-verde, tra tensione sui mercati finanziari e battibecchi politici tra i vertici dell'Esecutivo.

In mattinata Salvini aveva lanciato dal Trentino - dove si trova per le regionali di domenica - il messaggio di apertura e distensione "dopo le nuvole torna il sereno", annunciando la propria presenza al Consiglio dei ministri di domani per discutere del Decreto fiscale, dopo l'accusa lanciata in tv dal collega Luigi Di Maio di "manipolazioni" per introdurvi condoni per gli evasori.

Tutto chiarito? Pare di no, perché qualche ora dopo il vicepremier e ministro dell’Interno è tornato a farsi sentire con toni molto meno concilianti, dichiarando che non vuole prendersi la responsabilità di quello che definisce un "can can".

E sulle presunte modifiche al Decreto replica gelido al collega Di Maio in una diretta Facebook: "C'erano due persone protagoniste di quel Cdm in cui si è discusso del decreto fiscale che ora fa inorridire i Cinque stelle. Uno leggeva il testo e uno scriveva, verbalizzava. Chi leggeva era il presidente Conte, che ha tutta la mia stima, che sta battagliando in Europa per difendere l'Italia. Lui leggeva e Di Maio verbalizzava. Anche Di Maio è corretto e coerente, conto di lavorare bene con lui per cinque anni. Ma passare per amici dei condonisti proprio no...".

"Volete riscrivere il decreto fiscale? Va bene. Avete cambiato idea? Va bene, si ricomincia da capo, amici come prima. Gli avversari sono fuori, non dentro il governo: non cerchiamo altrove 'manine'. Diciamo che ci siamo e sbagliati e riscriviamo il decreto. Ma se avete problemi interni voi, non scaricate su Lega e governo. Lavoriamo per il bene del Paese".

Pur rassicurando l'opinione pubblica sulla tenuta della coalizione, Salvini ammette anche che la litigiosità interna al partito alleato di governo potrebbe influire sull'altalena dello spread e conclude con una frecciata ai pentastellati per gli 81 emendamenti proposti al Decreto sicurezza, punto chiave del programma leghista.

LA REPLICA DI DI MAIO - In serata arriva la replica del vicepremier Di Maio, anche lui con una diretta sui social: "Non voglio passare da bugiardo e quando mi si dice che ero distratto, non ci sto".

"Chiariamo - ha proseguito - nel Cdm di lunedì è stato letto il comma 9 con il condono penale per gli evasori? È stato detto che c'erano delle norme che favorivano l'evasione con fondi all'estero? La risposta è no".

E sul fatto che "Conte leggeva e Di Maio scriveva si dice una cosa che non è vera. Nel Cdm, come è sempre stato, non si legge un provvedimento norma per norma ma si enunciano i principi generali. Conte ha enunciato i principi generali dell'accordo sulla pace fiscale".

(Unioneonline/b.m.-D)

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