Accordo raggiunto sulla cosiddetta pace fiscale e riforma della Fornero, con quota 100 a partire da febbraio.

Con questi due annunci si è concluso il vertice a Palazzo Chigi a cui hanno partecipato Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Dopo giorni di tensioni, smentite e controsmentite, Lega e M5S hanno trovato l'intesa sulla cosiddetta pace fiscale: le percentuali sono "variabili" e consentiranno di sanare i debiti pregressi solo per chi ha presentato le dichiarazioni dei redditi. La "pace fiscale" ha un tetto massimo di 100mila euro e non prevede alcun salvacondotto per gli evasori, a quanto si apprende. Anzi, spiegano i pentastellati, si sta studiando un provvedimento per mandare in carcere chi evade il fisco.

Partirà invece a febbraio la riforma della legge Fornero, e prenderà il via la "quota 100" (età più anni di contributi) per andare in pensione, spiegano fonti leghiste.

"Dopo averlo dimostrato sull'immigrazione e la sicurezza, anche sui temi economici continuiamo a mantenere le promesse con gradualità e coraggio. Fornero, flat tax, Equitalia: anche su questi temi siamo il cambiamento'', ha dichiarato Matteo Salvini.

C'è anche il taglio dei fondi per i migranti: una scure da 1,3 miliardi in tre anni, 500 milioni già l'anno prossimo.

L'accordo, da ratificare in consiglio dei ministri, arriva al termine di una giornata non facile per la maggioranza. In mattinata Di Maio aveva disertato un vertice a Palazzo Chigi e lanciato strali contro il condono travestito da pace fiscale: "Aiutare i cittadini in difficoltà nelle grinfie di Equitalia è nel contratto. La pace fiscale intesa come misura che strizza l'occhio ai grandi evasori no", avevano affermato fonti a lui vicine. "Andremo fino in fondo", aveva replicato dal canto suo Salvini.

Secondo fonti pentastellate nella manovra c'è anche un taglio delle pensioni d'oro che farebbe risparmiare un miliardo in tre anni. Anche questo era un tema dibattuto tra le due formazioni politiche. Da sempre punto fermo della propaganda M5S, andrebbe però a colpire in gran parte gli elettori del Nord del Carroccio.

Intanto Bruxelles aspetta la nota di aggiornamento al Def. Scadono a mezzanotte i termini, non tassativi, per presentare la manovra. "Aspettiamo, domani controlleremo quali stati membri l'hanno mandata e quali no", si è limitato a osservare il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas.

(Unioneonline/L)

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