Il centrodestra del futuro deve essere nuovo, nei volti e nei programmi, "la minestra riscaldata non piace" e le regionali in Sardegna rappresentano "una sfida affascinante".

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini rivendica il suo essere "populista" e ammette che, come candidato alla presidenza della Regione, Christian Solinas è "una delle possibilità, ma non l'unica". In cima alla lista delle priorità per l'Isola, secondo il leader della Lega, ci sono la continuità territoriale e la riforma sanitaria, "che sarà una delle prime cose a cui metteremo mano se vinceremo le elezioni".

In Sardegna la pioggia fa paura e morti.

"Evidentemente c'è un'incuria decennale perché non è normale che crollino ponti o anneghino mamme".

La manovra finanziaria concede qualcosa all'Isola?

"Ci sono investimenti importanti per ponti, torrenti e viadotti. Anche per quanto riguarda la Sardegna. Per la gestione del territorio ci sono alcuni miliardi di euro".

È soddisfatto dei primi mesi di governo?

"Molto, anche se è l'inizio di un percorso. La revisione della legge Fornero è una battaglia che porto avanti da 5 anni. Il diritto alla pensione significa poter dare lavoro almeno a 400 mila persone. Penso ai tanti ragazzi sardi che non saranno costretti a scappare in continente. È una bella soddisfazione".

Poi ci sono spread, Europa e Inps.

"Non siamo preoccupati anche perché tutti quelli che ci danno lezione hanno portato al record storico di debito pubblico, precarietà e povertà in Italia. Quindi, faremo semplicemente il contrario di quello che hanno fatto Monti, Letta, Renzi, Boeri e tanti altri. I mercati, se il lavoro riparte come pensiamo, premieranno".

Qualcuno sostiene che le politiche economiche abbiano il timbro dell'M5S.

"È normale che ci siano gli impegni di entrambi. La tassa fissa al 15% per le partite Iva è una battaglia storica della Lega, mentre il reddito di cittadinanza lo è dell'M5S. Se Lega e Cinque stelle sono cresciuti di più in Sardegna è perché la gente si aspetta questo".

Sa cosa c'è da fare nell'Isola?

"La riforma sanitaria di Pigliaru sarà una delle prime cose che riprenderemo in mano se ci daranno la guida della Regione. Con il ministro Savona, con cui stiamo affrontando - non dico risolvendo, perché le cose vanno annunciate quando sono concluse - il problema della continuità territoriale e del costo dei trasporti. Abbiamo il ministro sardo giusto al posto giusto".

Regionali alle porte: il candidato governatore sarà Christian Solinas?

"Una persona molto in gamba. È una delle possibilità, ma stiamo ragionando con tutti, perché è giusto raccogliere tutte le idee. Non ho nomi di candidati e io sono solito dire le cose quando succedono. Però, Christian è persona esperta, non l'unica, ma sicuramente una risorsa".

Sardegna laboratorio del centrodestra?

"Di sicuro servono volti nuovi. Io non sono un "nuovista" a tutti i costi, non condivido che il nuovo sia per forza meglio, perché se non è capace è un problema. Però anche in Sardegna le minestre riscaldate non vanno bene. A livello nazionale il centrodestra deve guardare avanti anche sul piano dei programmi".

La vostra manovra ha scosso Bruxelles?

"Alle Europee dovremo scegliere tra l'Ue della Merkel, delle banche e dei tagli e un'Europa più giovane e più coraggiosa. Non ci può essere un pezzo di centrodestra, come in questi giorni, che difende Junker e un altro che mette al centro l'Italia".

Cosa si aspetta dalla Sardegna?

"C'è la fiducia della gente. Siamo al governo solo da 4 mesi e sono state fatte diverse cose. Diminuisce l'immigrazione, potenziamo il personale di Vigili del fuoco e Polizia di Stato: in Sardegna ci saranno almeno 150 uomini in più entro i prossimi mesi".

Non sono gli unici problemi.

"La scommessa è la continuità territoriale. Poi, la Zona Franca e il lavoro, perché la Sardegna, soprattutto per quello giovanile, è una delle regioni che sta peggio. Sono convinto che questa manovra economica qualche bel risultato lo darà".

Campagna elettorale contro il M5S?

"Le elezioni, sia comunali che regionali, affrontano temi locali. Noi e loro porteremo in "dote" i risultati del governo, però, abbiamo storie e culture diverse, come su immigrazione e infrastrutture. C'è un contratto a livello nazionale, ma ognuno ha la sua identità e siamo in grado di scindere i due piani".

Esiste ancora la contrapposizione tra sinistra e destra?

"No. La differenza è tra i pochi che hanno e i molti che vorrebbero avere e fare di più".

Le daranno del populista, ancora una volta.

"Se qualcuno mi attacca perché sto tra la gente, dico che è il mio dovere di ministro. Incontro quotidianamente poliziotti, vigili del fuoco, volontari e sindaci. Quindi, sono assolutamente e orgogliosamente populista".

Ha invitato la famiglia di Stefano Cucchi al Viminale. C'è un modo per ricucire questa ferita?

"Sono ministro da 4 mesi e non posso rispondere di ciò che è accaduto anni fa. Se qualcuno in divisa sbaglia, paga come e più degli altri perché ruba la fiducia anche ai cittadini. Non condivido, però, la criminalizzazione di tantissimi uomini delle forze dell'ordine, chiamati assassini, sbirri e delinquenti. Il Viminale è aperto a tutti, in primis a chi ha subìto un lutto o un torto. La sorella, la famiglia, i parenti e gli amici sono i benvenuti. Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti".

Matteo Sau

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