Il rapporto tra deficit e Pil deve restare fermo all'1,6%.

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria non intende cedere sui numeri perché quella cifra, da scrivere nella Nota di aggiornamento al Def entro giovedì, è stata già concordata con la Commissione europea.

Da Lega e 5 Stelle però le pressioni sono fortissime, perché sia per la "quota 100" per le pensioni (62 anni di età e 38 di contributi) che per il reddito di cittadinanza - i rispettivi punti forti del programma elettorale - servirebbe uno sforamento del tetto.

Dalle 10 intanto è al lavoro il Consiglio dei ministri: oltre alle trattative sulla manovra, all'ordine del giorno ci sono anche i decreti sicurezza e immigrazione, che dovevano già essere varati nei giorni scorsi.

Il clima a Palazzo Chigi è pesante, soprattutto dopo il caso scoppiato intorno all'audio di Rocco Casalino, il portavoce del premier Giuseppe Conte, che a due giornalisti spiegava che il M5s sta preparando una "mega-vendetta" ai danni di "quei pezzi di m... del Mef" se "all'ultimo diranno 'Non abbiamo trovato le risorse'".

"Il problema non è con alcune figure, e tanto meno con il ministro Tria di cui ci fidiamo - ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in un'intervista al Fatto Quotidiano -. Ma ci sono tanti dirigenti dentro i ministeri che non possiamo toccare, e che rallentano o complicano il lavoro. Nelle viscere dello Stato ci sono dirigenti che ci remano contro".

Conte dal canto suo dice di avere "massima fiducia" sia nei confronti di Tria che verso "tutti coloro che stanno lavorando alla manovra". E parla di clima sereno anche il titolare degli Affari europei, Paolo Savona: "Non c'è alcun conflitto tra tecnici e politici".

(Unioneonline/D)

L'AUDIO DI CASALINO:

LE PAROLE DI SALVINI:

LA TRATTATIVA:

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