Sta facendo discutere la proposta di legge della maggioranza, ora alla Commissione Attività produttive della Camera, che intende abolire le aperture domenicali e nei giorni festivi di negozi e centri commerciali, cancellando le liberalizzazioni sugli orari introdotta dal decreto "Salva Italia" del governo Monti.

Oggi il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, ha puntualizzato alcuni aspetti della nuova regolamentazione.

"Ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa. Ci sarà un meccanismo di turnazione per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno chiudono", ha detto il vicepremier, ospite al programma tv "L'aria che tira".

"La turnazione", ha spiegato ancora l'esponente del Movimento 5 Stelle, "la deciderà la legge e il sindaco con i commercianti".

Il ministro ha poi spiegato che il provvedimento proposto dalla maggioranza di governo "è una proposta anche del Pd, anche se Renzi dice che è una proposta illiberale".

LA LEGA: "NO PER LE ZONE TURISTICHE" - "La proposta che abbiamo - ha però sottolineato sul fronte Lega il ministro delle politiche agricole e forestali con delega al Turismo, Gian Marco Centinaio - è di non bloccare le aperture domenicali nelle città turistiche".

"Non posso pensare che in una realtà turistica - ha spiegato - si blocchi tutto la domenica: allora facciamo un ragionamento per cui c'è un giorno a settimana di chiusura, che non sia necessariamente la domenica, perché altrimenti blocchiamo il turismo nel nostro Paese".

LE REAZIONI DEGLI IMPRENDITORI - Sul disegno di legge si sono divise le reazioni del mondo imprenditoriale.

"Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile", ha dichiarato Enrico Postacchini, delegato per le Politiche commerciali di Confcommercio che sottolinea: "L'obiettivo deve essere quello di evitare gli errori del passato e di valorizzare il nostro modello plurale fatto di piccole, medie e grandi imprese per assicurare il massimo del servizio e della qualità alle famiglie e ai consumatori".

Decisamente più negative le parole di Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, intervistato dal "Corriere della Sera", secondo cui le chiusure domenicali potrebbero deprimere ulteriormente "consumi, già fermi".

"I posti di lavoro a rischio, per l'intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40 mila", ha aggiunto il presidente dell'associazione di categoria che raggruppa centri commerciali e grande distribuzione.

"Sugli investimenti abbiamo già i primi segnali di grandi gruppi che, prima di andare avanti, vogliono capire come finirà questa storia. Avevamo già chiesto un incontro al ministro Luigi Di Maio ma finora non siamo riusciti a parlare con lui", ha poi aggiunto Gradara.

(Unioneonline/F)

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