L'ingresso dei suini di provenienza extra isolana e il potenziamento dei presìdi di controllo nei porti sardi sono al centro di un'interrogazione presentata da Alessandro Unali, sindaco di Chiaramonti e consigliere regionale del Pds.

"Dopo aver fatto delle indagini - spiega - ho appurato che nei nostri porti bisognerebbe potenziare i presidi ATS sia con l'assunzione di personale veterinario sia con l'acquisto di macchinari sofisticati come ad esempio le termocamere che permettono di monitorare la temperatura corporea del bestiame in ingresso e nel caso individuare i capi che presentano patologie. Inoltre sarebbe opportuno realizzare stalle di quarantena per poter custodire il bestiame infetto".

Nel documento si chiede non solo di avere informazioni "sul rispetto del benessere animale durante il trasporto in base al Regolamento CE n.1/2005 del 22.12.2004", ma anche maggiori controlli nei parti e di avere dati su rendicontazioni e flussi dei capi suini in entrata dei Posti d'Ispezione Frontaliera (PIF) di Cagliari, degli Uffici Veterinari per gli Adempimenti degli Obblighi comunitari (UVAC) di Sassari e dei Servizi Veterinari dell'ATS Sardegna.

"Secondo quanto riportato dalle stime più recenti - aggiunge Unali - il mercato del suino in Sardegna oggi vale oltre 500 milioni di euro, solo 1/3 del prodotto proviene da allevamenti sardi mentre i restanti 2/3 sono composti da capi provenienti da località extra isolane come l'Italia peninsulare e da vari Paesi europei come Germania, Danimarca, Spagna. Se solo avessimo la rimozione dell'embargo dell'esportazione dei capi suini, delle carni e degli insaccati si creerebbe un circuito virtuoso con l'apertura di notevoli spiragli economico occupazionali. Dobbiamo crederci nella filiera del suino sardo e perseverare nella lotta alla peste suina".

(Unioneonline/s.s.)
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