"A Guamaggiore ho firmato una ordinanza che permette a tutti di allevare in casa un maiale. Ovviamente nel rispetto di tutte le norme sanitarie. L'ho fatto nell'interesse delle famiglie, della storia millenaria della Sardegna. L'ho fatto nel rispetto del buon senso".

L'approvazione della legge regionale del 2 agosto scorso che nell'aziende familiari consente di allevare sino all'ingrasso e alla macellazione solo quattro maiali, ma senza il maschio riproduttore, continua insomma a suscitare critiche.

"Dopo l'ingrasso e la macellazione - aggiunge Nello Cappai - all'allevatore non resterà che comprare maiali da aziende industriali. Il rischio è uno solo: la scomparsa del porchetto sardo, di una tradizione millenaria".

Una polemica destinata ad allargarsi col "porchetto sardo - aggiunge dice ancora il sindaco di Guamaggiore - che rischia davvero di scomparire dalle nostre mense. La legge è chiara: le aziende familiari potranno allevare quattro maiali (col rispetto ovviamente di tutte le norme igienico sanitarie), ma nell'allevamento non potrà esserci il verro, il maschio che garantisce la riproduzione. In sostanza, quindi l'allevatore, ingrassa i suoi quattro maiali, li macella e poi deve riniziare da capo. Come? Comprando i maiali dalla catena commerciale che, di sardo, non hanno proprio nulla. Sono sconcertato, arrabbiato. Questa legge non ha senso, fa solo male alla nostra storia, al futuro delle piccole aziende familiari, alla nostra cucina tipica".

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