"Senza la stretta fiscale del 2012 operata dal governo Monti, il rapporto tra debito e Pil sarebbe aumentato più rapidamente e sarebbe attualmente tra il 142% e il 145%", è l'ultimo calcolo dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani, fondato e diretto da Carlo Cottarelli all'Università Cattolica di Milano.

Come spiega nel dettaglio il documento, in assenza della stretta operata dal governo guidato da Monti, il dato "sarebbe cresciuto più rapidamente di quanto osservato, arrivando nel 2018 a 142,1%, circa 11 punti percentuali al di sopra di quanto attualmente previsto per il rapporto tra debito pubblico e Pil alla fine di quest'anno. La simulazione è basata partendo da una stima di 2,4 punti percentuali per le misure restrittive introdotte nel 2012. Se si utilizzasse invece per tale stima quella contenuta nel Def 2012 (3,1 punti percentuali), la simulazione descritta porterebbe a concludere che l'eliminazione della manovra del 2012 avrebbe comportato un rapporto debito-Pil nel 2018 ancora più elevato (145,4%)", si legge ancora nel dossier.

Senza la stretta fiscale del 2012 dunque, l'indebitamento sarebbe cresciuto ancora più rapidamente "la crisi si sarebbe approfondita andando probabilmente fuori controllo".

Insomma, misure recessive adottate per evitare conseguenze ben più grandi all'Italia.

Dopo la stretta del 2012, la politica fiscale ha cessato di essere restrittiva, o per lo meno non si è effettuata nessuna ulteriore restrizione: "l'intera riduzione del deficit osservata negli ultimi anni è dovuta alla minor spesa per interessi, come effetto di una politica monetaria molto espansiva (con tassi di interesse molto bassi), mentre l'avanzo primario è rimasto pressoché costante. Anzi, al netto del ciclo economico, l'avanzo primario si è ridotto", conclude l'Osservatorio.

(Unioneonline/s.a.)

"BISOGNA RIDURRE IL DEFICIT"

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