Indorama, la multinazionale thailandese, che produce il Pet per bottiglie di plastica, deve riavviare gli impianti di Ottana, chiusi ormai da quattro anni.

A chiederlo è la Cgil, a fronte della recente notizia che Indorama ha acquistato un impianto in Egitto, dopo aver avviato le produzioni in Portogallo, in Turchia, in Olanda e in Lituania.

“L’Italia - scrive la Cgil - è il maggior consumatore di Pet in Europa, che oggi importiamo totalmente. I lavoratori dell’impianto di Ottana e il sindacato si chiedono come sia possibile che un impianto moderno e competitivo come quello di Ottana, dove si sono spesi 100 milioni di euro nel 2007 (di cui 36 milioni di denaro pubblico) per adeguarlo tecnologicamente e ambientalmente, capace di sfornare 180 mila tonnellate annue, quindi circa un quarto dei consumi italiani, sia fermo e i lavoratori (un centinaio più l'indotto) siano senza lavoro”.

Indorama, assieme al gruppo Clivati, fece cessare le produzioni quattro anni fa, dopo aver sollecitato, invano, energia a basso costo, trasporti e infrastrutture, promesse con patti sottoscritti in Regione e mai attuati.

La Cgil con Sergio Zara scrive: “Chiediamo a Regione e Governo di battere finalmente un colpo, di chiudere questa infinita campagna elettorale di dedicarsi finalmente al dramma del lavoro”.
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