Imprese che chiudono e lavoro nero in crescita.

Confartigianato Sardegna lancia un allarme sullo stato di salute delle aziende di impiantistica dell'Isola: elettricisti, idraulici, domotici, termoidraulici, manutentori di ascensori, scale mobili e impianti a gas ma anche installatori di circuiti d’allarme e videosorveglianza.

In Sardegna nel primo trimestre di quest'anno erano 4.261 le aziende attive nel comparto, di cui il 70,2% artigiane e con 5.381 dipendenti, secondo quanto riportano i dati dell'analisi dell'Osservatorio per le Pmi di Confartigianato Imprese Sardegna risultato dell'elaborazione dei numeri del settore delle "Imprese di installazione" su fonte Unioncamere-Infocamere 2017-2018.

Il loro business è da sempre legato soprattutto al "sistema casa", che negli ultimi anni è stato in crisi: per questo molte società hanno chiuso.

Allo stesso tempo molti abusivi si sono "inventati" impiantisti e installatori, eseguendo lavori nelle abitazioni senza rispettare i requisiti di sicurezza.

"Non è più accettabile che personaggi improvvisati o con poche ore di corso in negozio o, addirittura, seguendo dei video tutorial sui canali web – denuncia Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - abbiano la presunzione di aver acquisito la competenza impiantistica e la cultura della sicurezza delle aziende

che, negli anni, si sono formate, certificate, aggiornate. Abbiamo il dovere di sensibilizzare i clienti anche sui rischi per la sicurezza da parte del committente".

"C’è bisogno di interventi a livello regionale finalizzati a rilanciare il settore artigiano, da troppo tempo dimenticato dalla politica – sottolinea Stefano Mameli, segretario dell'associazione di categoria dell'Isola - confidiamo molto nei provvedimenti della Commissione speciale che il Consiglio Regionale ha appena

costituito proprio sull’Artigianato, sperando che finalmente si destinino risorse ad hoc per gli artigiani”.

(Unioneonline/F)
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