Sono partite oggi le circa 170 lettere indirizzate ad altrettante amministrazioni pubbliche che, nel quadro della riforma delle società partecipate, potrebbero risultare inadempienti per aver dichiarato l'intento di non procedere a razionalizzazioni o dismissioni.

Lo ha reso noto il ministero dell'Economia e delle Finanze in una nota.

La Struttura di monitoraggio delle partecipazioni pubbliche, costituita presso il Dipartimento del Tesoro del Mef, ha inviato tali richieste di chiarimenti dopo aver monitorato le dichiarazioni rese da un primo gruppo di 300 enti, (Regioni, Province e Città Metropolitane, Comuni capoluogo di provincia e Comuni non capoluogo con popolazione superiore a 50mila abitanti) selezionati in ragione della loro rilevanza.

Successivamente, saranno via via monitorate le partecipazioni detenute dagli altri enti che hanno dichiarato di voler mantenere le partecipazioni senza adottare misure di razionalizzazione.

Nel complesso, dagli esiti definitivi della ricognizione straordinaria delle partecipazioni si conferma che circa una società partecipata su tre sarà interessata da interventi di dismissione.

Il 90% dei circa 10.500 enti tenuti a effettuare la ricognizione straordinaria ha provveduto alla trasmissione del piano.

Il restante 10% è rappresentato per la gran parte da comuni con una popolazione inferiore a 5mila abitanti ed è presumibile che il numero delle partecipazioni da questi detenute non sia tale da modificare sostanzialmente il quadro complessivo dei risultati della rilevazione.

Le amministrazioni hanno comunicato la detenzione di 32.486 partecipazioni, riconducibili a 5.698 società, delle quali 4.738 sono direttamente partecipate dalle amministrazioni dichiaranti.

(Unioneonline/F)

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