Argentina ancora a rischio default.

La banca centrale di Buenos Aires ha rialzato per la terza volta nel giro di pochi giorni i tassi d'interesse al 40% per arginare la svalutazione del peso, che ha perso oltre il 13% di valore sul dollaro nelle ultime due settimane, e ha annunciato una riduzione del deficit fiscale dal 3,2 al 2,7 per cento, con un adeguamento della spesa pubblica.

"L'obiettivo", ha spiegato il ministro del Tesoro Nicolas Dujovne, è "ridurre la volatilità" nei mercati e garantire un abbassamento dell'inflazione.

L'esponente dell'esecutivo ha invitato la popolazione a non allarmarsi: "La gente deve stare tranquilla, il mercato dei cambi si è stabilizzato, continuerà con una volatilità inferiore a quella che ha mostrato, l'idea è che la volatilità è bassa", ha detto Dujovne.

Il ministro delle Finanze ha inoltre ribadito che la svalutazione del peso argentino è avvenuta nel quadro di "un fenomeno di apprezzamento globale del dollaro rispetto al resto delle valute emergenti. Abbiamo un tasso di cambio fluttuante e il peggior errore che potremmo fare è non usarlo quando dobbiamo usarlo" perché un ritardo nella valuta estera "porterebbe alla disoccupazione, alla perdita di competitività".

(Unioneonline/F)
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