Dopo il no dell'azienda a ogni confronto con il governo, continuano le proteste dei lavoratori dell'Embraco, l'azienda del gruppo Whirpool che ha annunciato il licenziamento di 500 lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri (Torino) e la delocalizzazione della produzione in Slovacchia.

Questa mattina oltre 100 lavoratori si sono ritrovati davanti alla fabbrica, alla presenza di fotografi e giornalisti.

Un operaio dell'azienda Daniele Simoni, da 25 anni dipendente della società, si è incatenato ai cancelli della struttura: "Non voglio mollare, è la mia fabbrica che mi ha dato da mangiare per 25 anni, finché c'è uno spiraglio non mollerò", ha spiegato il lavoratore.

Carlo Calenda
Carlo Calenda
Carlo Calenda

CALENDA A BRUXELLES - Prevedere una deroga ai trattati Ue per singoli casi, come quello di Embraco.

È questa la richiesta che il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sottoporrà al Commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager.

"Io non potrei - ha spiegato Calenda parlando a Radio Anch'io - fare una norma che dice che per Embraco il costo del lavoro è un po' più basso, perché sarebbe un aiuto di Stato. Ma penso si possano interpretare i trattati nel senso di dire che in questo specifico caso, cioè di un'azienda che si muove verso la Slovacchia, verso la Polonia, questa normativa può essere derogata. Vedremo quale sarà la risposta della Vestager".

Ieri l'azienda ha respinto la richiesta del ministro di sospendere i licenziamenti dei dipendenti del polo, che produce compressori per frigoriferi.

L'atteggiamento di chiusura della società ha mandato Calenda su tutte le furie: "Non ricevo più questa gentaglia, perché onestamente ne ho fin sopra i capelli di loro e dei loro consulenti del lavoro italiani che sono qua", ha dichiarato al termine dell'incontro.

(Unioneonline/F)

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