All'indomani della terza notte consecutiva di scontri con la polizia a Brooklyn Center, Kim Potter, l'agente che ha ucciso il ventenne afroamericano Daunte Wright a Minneapolis dopo aver scambiato apparentemente la sua pistola col taser, è stata arrestata e portata in cella.

Sarà incriminata per omicidio di secondo grado. Secondo il codice penale del Minnesota, il reato si configura quando una persona "crea rischi irragionevoli e coscientemente corre il rischio di causare la morte o il grave ferimento di qualcuno". Lo ha annunciato la procura locale.

La tensione però resta alta nel sobborgo a nord di Minneapolis, nonostante Kim Potter si sia dimessa martedì, insieme al capo della Polizia locale Tim Gannon.

Wright era stato fermato per la targa scaduta, ma era poi stato tratto in arresto per un mandato pendente: "Ti sparo col taser! Ti sparo col taser! Taser ! Taser! Taser!", ha urlato l'agente, registrata dalla body camera. "Accidenti, l'ho colpito", si sente dire poi.

"Ho amato ogni minuto essere un ufficiale di polizia e servire questa comunità al meglio delle mie capacità, ma credo che sia nel miglior interesse della comunità, del dipartimento di polizia e dei miei colleghi se lascio immediatamente", ha scritto nella lettera di dimissioni, poco prima che il sindaco Mike Elliott la licenziasse. "Spero che le sue dimissioni portino un po' di calma", aveva auspicato il primo cittadino. Ma non è bastato. Centinaia di dimostranti hanno sfidato il coprifuoco per la terza notte consecutiva radunandosi davanti alla caserma della polizia, protetta da barriere di cemento e alte recinzioni metalliche, e lanciando ancora petardi e pietre contro gli agenti.

(Unioneonline/D)
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