"Vi chiediamo umilmente di condannare Donald Trump per un crimine di cui è colpevole in modo schiacciante, perchè se non lo facciamo, se facciamo finta che non sia successo o, peggio, se lo lasciamo senza risposta, chi può dire che non accadrà ancora?": così il deputato dem Joe Neguse ha concluso le argomentazioni dell'accusa nel processo di impeachment.

Nel terzo giorno d'udienza i 'pubblici ministeri' hanno cercato di dimostrare che gli assalitori del Congresso agirono su indicazione di Trump, ripetendone parole e slogan, e hanno ammonito che l'ex presidente, per nulla pentito, potrebbe rappresentare ancora un pericolo se si ricandidasse alla Casa Bianca. "Chi di voi onestamente crede che non potrebbe incitare nuovamente alla violenza ? Scommettereste la vita di altri poliziotti su questo? La sicurezza della vostra famiglia? Il futuro della nostra democrazia"?, ha chiesto il deputato dem Jamie Raskin, capo degli accusatori. Raskin ha anche giocato d'anticipo su una delle tesi difensive, ribaltando l'idea che il comizio di Trump sia protetto dal primo emendamento della costituzione: "Semmai le sue false accuse di brogli elettorali sono un attacco alla libertà di parola di decine di milioni di americani che hanno votato per Joe Biden".

"Il mondo ci sta guardando e si sta chiedendo se la nostra repubblica costituzionale risponderà nel modo in cui deve. Prevarrà il ruolo della legge sul furor di popolo?", è stato l'interrogativo del deputato dem Julián Castro. L'America intanto è ancora scioccata dalle inedite, agghiaccianti immagini dell'attacco armato al Congresso mostrate dall'accusa.

Tanto che lo stesso Joe Biden, pur non avendo seguito in diretta il dibattimento, ipotizza che "qualcuno potrebbe aver cambiato opinione". Lo si scoprirà nel weekend, quando è attesa la sentenza, dopo che la difesa ha deciso di limitare il suo intervento alla giornata di oggi.

(Unioneonline/F)
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