Dopo il superamento dello choc iniziale per le immagini dell'assedio a Capitol Hill dei sostenitori di Donald Trump - il bilancio è di quattro morti, tra cui una donna all'interno del Congresso, e 68 arresti - a sangue freddo anche la polizia finisce nel mirino delle polemiche.

Il Congresso ha una sua propria polizia composta da 2.000 uomini ma i manifestanti sono riusciti a entrare senza essere fermati, addirittura c'è stato chi tra gli agenti si è scattato un selfie con un dimostrante.

Perché tanta indulgenza quando si sapeva da tempo che ci sarebbe stata quella manifestazione di estrema destra? Perché invece i manifestanti di Black Lives Matter vengono picchiati e arrestati a centinaia? Si torna così a parlare di "white privilege", ovvero il privilegio riservato alla popolazione bianca, gettando una nuova ombra sulle forze dell'ordine.

Gli agenti, fanno sapere fonti della polizia, volevano appunto evitare di ripetere le scene violente che si sono susseguite negli ultimi mesi in varie città americane, anche perché sarebbe stata una strage probabilmente. Un'inchiesta per capire cosa sia veramente accaduto all'interno delle forze dell'ordine è in corso.

Ed è giallo sul dispiegamento della Guardia Nazionale: durante l'invasione sono stati chiesti rinforzi ma il Pentagono aveva negato l'autorizzazione. Secondo la Casa Bianca, a sbloccare l'impasse è stato Donald Trump ma in realtà, ha raccontato il New York Times, sarebbe stato il vicepresidente Mike Pence a chiedere e ottenere la Guardia Nazionale, con Trump tagliato fuori dalla linea di comando. I membri del Congresso, sotto choc per gli eventi, hanno annunciato che apriranno un'indagine.

(Unioneonline/D)
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