Rischia un nuovo stallo la trattativa sulla Brexit.

"Il Regno Unito deve prepararsi a un no deal", a meno che l'Ue non "cambi radicalmente" la sua posizione sugli accordi, ha minacciato nuovamente il premier britannico Boris Johnson.

"L'Ue continua a lavorare per un accordo ma non a qualsiasi costo", ha risposto a distanza la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, su Twitter. Un mantra, quello dell'accordo non a qualsiasi costo, ripetuto anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

A poco più di settanta giorni dal 31 dicembre le questioni spinose che ancora restano aperte sono i diritti di sfruttamento per la pesca delle reciproche acque territoriali, su cui l'Ue ora è disposta a fare qualche concessione; il cosiddetto "level playing field", ovvero un insieme di regole a protezione del mercato unico che evitino dumping e concorrenza sleale; e un meccanismo di governance che permetta una risoluzione delle controversie.

Il più duro dei 27 appare il presidente francese Emmanuel Macron che ha avvertito: "Se non si raggiungono le giuste condizioni" per un accordo, la Francia può andare avanti anche senza. I più concilianti sono stati l'olandese Mark Rutte ("ancora cautamente ottimista") e lo spagnolo Pedro Sanchez, che ha definito "l'accordo fondamentale".

Giuseppe Conte, così come Ursula von der Leyen, hanno evidenziato che il tempo stringe, mentre Angela Merkel e Charles Michel hanno richiamato l'assoluta necessità di un'intesa equilibrata. I pronostici della presidente della Bce Christine Lagarde sono positivi: la quadra alla fine si troverà, c'è tempo fino a tre minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre, ha ricordato.

(Unioneonline/D)
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